Eventi culturali a Bucarest: Serata Italiana Humanitas e commemorazione di Nina Façon

La diciannovesima Serata Italiana della Humanitas

Lo scorso ’11 novembre si è svolta una nuova Serata Italiana, la diciannovesima dall’inizio del progetto. Anche se di solito queste Serate si svolgono nella libreria Humanitas Kretzulescu, per questo evento ci siamo spostati nella libreria Humanitas Cişmigiu – spazio cordiale dove il pubblico si è sentito ugualmente a proprio agio. Anche questa volta, punto di partenza è stato un’opera letteraria italiana: il romanzo Il corpo umano di Paolo Giordano, tradotto e pubblicato dalla editrice Humanitas. Il tema del dibattito è stato «Letteratura e guerra oggi» e sono intervenuti: Vlad Russo, traduttore del romanzo, Daniela Zeca-Buzura, narratrice, saggista, critico letterario e realizzatrice di trasmissioni radiotelevisive, e Radu Teodorescu, psichiatra.

Con un titolo abbastanza ambiguo, il romanzo racconta la storia di un gruppo di giovani italiani partiti sul fronte in Afghanistan. Per scrivere questo suo secondo romanzo, Paolo Giordano si è ispirato solo alle sue esperienze personali sul fronte, non da soldato, ma da giornalista. L’autore stesso dichiara di non aver voluto «affidarsi a narrazioni esterne, a un immaginario di seconda mano», ma di fare in prima persona l’esperienza del vissuto, con il suo marasma, la sua confusione e paura e con il suo dolore. E proprio perché anche lui è un giovane che si è trovato, a un certo punto, di fronte alla guerra, riesce a descrivere nei minimi dettagli la vita in una caserma in Afghanistan, dove giovani italiani che non sanno cosa sia veramente la morte violenta, scelgono di parteciparvi, spinti da interessi materiali ma soprattutto dall’inconsistenza esistenziale: la mancanza di valori di riferimento, di sogni, di ideali, di religione, spinge questi giovani a esperienze-limite.

Basandosi sul romanzo gli invitati hanno parlato ciascuno secondo la propria esperienza professionale e umana, con sincerità e naturalezza, come fa anche Paolo Giordano nel libro. Vlad Russo, autore dell’eccezionale traduzione, ha spiegato il significato del titolo del romanzo, accentuando l’uniforme rilevanza dei singoli personaggi: nel suo libro, Paolo Giordano non tratta da protagonista nessuno dei suoi personaggi, presentando invece la loro esperienza collettiva, la loro impreparazione e anche le loro reazioni dopo l’esperienza della morte. Il personaggio in primo piano nel romanzo è appunto il corpo, cioè il corpo umano e l’esercito, costruito molto bene da Paolo Giordano, come un tramite fra il dentro e il fuori. Il corpo umano è «un libro di anatomia che presenta la promiscuità senza volgarità» (Vlad Russo). Daniela Zeca-Buzura ha insistito sulla capacità dello scrittore di rendere la vita sul fronte nel modo più realistico possibile, conseguenza della sua esperienza diretta nel campo militare, affermando che Giordano riesce a superare una grande prova narrativa, quella di descrivere la noia della caserma senza annoiare il lettore, mantenendolo sull’«attenti!». Il discorso dello psichiatra Radu Teodorescu è stato incentrato sul grave trauma subito dai giovani alla fine del romanzo, spiegando le conseguenze psichiche di tali esperienze. Come risulta bene anche dal romanzo, gli sforzi per aiutare i soldati a riprendersi dopo il disastro sono insufficienti. L’idea di una malattia dopo la guerra, anche se solo psichica, che richiede cure speciali, è ancora un argomento controverso.

Dopo le presentazioni dei tre invitati è venuto il turno, come al solito, delle domande e dei commenti dal pubblico ai tre specialisti. Due ore di discussioni e interventi, volate via nell'interesse generale.

Diana Constantin



Gli studenti di Bucarest ricordano Nina Façon

Studenti e docenti d’italiano si sono riuniti il 21 novembre scorso presso la Cattedra d’Italiano dell’Università di Bucarest per rendere omaggio alla professoressa Nina Façon, a distanza di quarant’anni dalla scomparsa di questa personalità di spicco dell’italianistica romena. Una serata Nina Façon, una serata nel segno della devozione e dell’amore per lo studio, quella che Roxana Utale ha voluto organizzare, con l’aiuto degli studenti che hanno provato a rievocare la personalità della studiosa attraverso i suoi lavori scientifici più importanti.

Ad aprire la serata è stato George Arion, studente del secondo anno, che ha parlato della modernità del volume Concepția omului activ, seguito da Giorgiana Nuțu che ha portato all’attenzione dei presenti lo studio Michelangelo poet, la tesi di dottorato dell’italianista, e Diana Horvath, con la presentazione di Intelectualul şi epoca sa. Anche gli studi linguistici della professoressa Façon sono stati analizzati e discussi. Le studentesse Maria Boghiu e Andreea Florescu hanno fatto una breve analisi del Corso di storia della lingua italianainsistendo sul carattere innovativo di questo studio che, sul territorio romeno, rimane uno dei più importanti lavori d’italianistica in generale e di storia della lingua italiana. Diana Dinică, presentando un altro lavoro, la monografia Blaise Pascal, ha tenuto a sottolineare il fatto che grazie agli studi e alla preparazione della professoressa Façon nel campo della filologia, della filosofia, della storia dell’arte, si può osservare, e lo studio in causa ne è una prova concludente, che l’area degli interessi di ricerca della professoressa superava di molto quello dell’italianistica.

Il profilo dell’italianista è stato completato portando all’attenzione dei presenti alcune delle traduzioni e delle prefazioni firmate dalla professoressa Façon. Alina Vlăgea, studentessa del terzo anno, ha sottolineato l’erudizione, la dedizione e il contributo formativo e informativo della studiosa nel campo dell’italianistica basando la sua presentazione su tre campioni: Storia della letteratura italiana di Francesco de Sanctis, Il Principe di Machiavelli e Scienza Nuova di Gianbattista Vico. La serata si è conclusa con l’analisi degli studi e della pubblicazioni raccolte dalla professoressa Façon nel volume Varia Italica, fatta dallo studente del programma di master di traduzioni latino-romene Matei Stoenescu.

Due ex studentesse della professoressa Façon ci hanno onorato della loro partecipazione, dando vita al momento più emozionante della serata, perché oltre ai lavori e all’attività svolta da Nina Façon nel campo scientifico dell’italianistica e non solo, presentata dagli studenti, i racconti delle professoresse Doina Derer dell’Università di Bucarest e Eleonora Cărcăleanu dell’Università Al. I. Cuza di Iași hanno completato il quadro della personalità della studiosa. Primi incontri, collaborazioni, ringraziamenti a distanza di quarant’anni dalla scomparsa di Nina Façon, è questo ciò che le due docenti hanno tenuto a far conoscere ai presenti.

La professoressa Derer ha mostrato ai presenti una tesina scritta dalla studentessa Façon per un seminario di letteratura italiana, coordinato dal professor Ramiro Ortiz, nel terzo anno di studi. Oltre 200 pagine scritte a mano, note a piè di pagina e bibliografia, per un lavoro cui Ramiro Ortiz aveva assegnato il voto massimo e che aveva giudicato «pubblicabile», come scritto sulla prima pagina.

Oltre alla presentazione degli studi fatta dagli studenti, è stata allestita una mostra dei libri di Nina Façon: i presenti hanno potuto osservare tutti i lavori della professoressa, dizionari, traduzioni, studi – frutti di un lavoro durato una vita.



George Ivan

(n. 12, dicembre 2014, anno IV)