Fra genialità e follia: una Serata Italiana per Torquato Tasso

Lo scorso 24 marzo, la libreria Humanitas Kretzulescu ha ospitato un nuovo incontro nel quadro delle Serate italiane. Gli organizzatori di questa serata, la trentaduesima, hanno proposto agli invitati e al pubblico il tema Genialità e follia. Il dibattito ha avuto come punto di partenza il volume Torquato Tasso: Lettere dal manicomio / Scrisori din casa de nebuni, pubblicato nella collana bilingue «Biblioteca italiana» della editrice Humanitas, e come invitati la professoressa Miruna Bulumete, curatrice dell’edizione e traduttrice delle lettere insieme al compianto italianista George Lăzărescu, affiancata dal noto critico letterario Dan C. Mihăilescu e da Radu Teodorescu, insigne medico psichiatra.

inizio Miruna Bulumete ha presentato il volume: una selezione di lettere dense di informazioni e di grande forza ideale ed emotiva, che riprende una parte dell’epistolario tassiano pubblicato nel 1956 da George Lăzărescu (ampiamente completata e riveduta), cui si aggiungono un nuovo apparato critico e la prefazione di un eminente specialista del Tasso, il professor Sergio Zatti. Successivamente, la traduttrice ha sottolineato che Tasso, genio incontestabile del Rinascimento italiano, riconosciuto come tale già durante la vita, è diventato dopo la morte una figura mitizzata; specialmente nel Romanticismo, è stato l’archetipo del genio incompreso, umiliato dai potenti e spinto alla follia, divenendo lui e le sue opere argomento e ispirazione per poeti, pittori e musicisti, mentre l’Ospedale di Sant’Anna, luogo orrendo nel quale il poeta ha trascorso un periodo di segregazione per essere «guarito dall’umor malinconico», è diventato un vero luogo di pellegrinaggio.

Radu Teodorescu, specialista in psichiatria, ha riassunto le ricerche scientifiche che hanno cercato di spiegare il rapporto tra creatività accentuata e disturbi psichici: punto di partenza sono gli studi dell’italiano Lombroso che ha cercato per primo di studiare scientificamente la genialità. Anche se le teorie scientifiche sono tuttora molteplici e le ricerche hanno in genere carattere retrospettivo, la creatività – che si manifesta abbondantemente nel caso di Tasso – è, secondo Radu Teodorescu, una dimensione definitoria della genialità.

L’intervento del critico Dan C. Mihailescu, che ha letto passi significativi tratti dal volume, ha evocato le molte sfaccettature della pazzia presenti nelle lettere di Tasso ma anche in altri geni letterari: da quella ambigua dei drammi di Shakespeare fino a quella dovuta all’assenzio, esperita e consegnata alle carte da un Baudelaire o un Rimbaud. L’abito stilistico sontuoso con il quale Tasso riveste le proprie ansie, ossessioni e frustrazioni ha suggerito al critico un’interessante comparazione con la Storia geroglifica del grande umanista romeno Dimitrie Cantemir.

Le domande poste alla fine dal pubblico sono state lo spunto per una serie di interessanti interventi sul legame tra la pazzia di Tasso e la censura ideologica della sua epoca, sulle caratteristiche stilistiche delle lettere tassiane e sui problemi incontrati nella traduzione. Un’altra serata densa e cordiale, come ci aspettavamo. 

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Gabriela Varia
(n. 4, aprile 2015, anno V)