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«De familia» di Leon Battista Alberti: Rinascimento in scena alla «Serata Italiana» di Bucarest
L’8 dicembre scorso si è svolta alla libreria Humanitas-Kretzulescu di Bucarest l’ultima edizione delle «Serate Italiane» del 2015. Il dibattito ha avuto come punto di partenza il volume di straordinario valore uscito dalla penna di un autore altrettanto straordinario: si tratta della prima traduzione e pubblicazione in Romania, nella nota collana bilingue «Biblioteca Italiana» della casa editrice Humanitas, di un'opera fondatrice del Rinascimento: De familia / Despre familie di Leon Battista Alberti. Scrittore, architetto, pittore, scultore, teorico dell'arte, matematico, musicista e non solo, Alberti è stato un esempio perfetto di «uomo universale» del Rinascimento e pioniere in tutti questi campi, sicché tema del dibattito è stato: «Il Rinascimento e l'uomo universale: fra teoria e pratica».
I primi due relatori, Corina Anton (italianista, docente presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell'Università di Bucarest e co-traduttrice del volume) e Hanna Derer (architetto, professoressa di storia dell'architettura presso l'Università di Architettura e Urbanistica «Ion Mincu» di Bucarest) hanno presentato la poliedrica personalità dell'autore nonché la sua creazione, specialmente letteraria e architettonica, che gli hanno assicurato grande fama. In questo senso la professoressa Hanna Derer ha insistito non soltanto sulle sue straordinarie realizzazioni architettoniche, monumenti fondamentali del Rinascimento, ma anche e soprattutto sui contributi essenziali alla teoria dell’architettura, dato che Alberti è stato colui che ha gettato le basi teoriche – tuttora valide – della professione e dello status professionale di architetto .
Gli altri due relatori, Smaranda Bratu Elian (italianista, dottoressa in filologia, professoressa all’Università di Bucarest, co-traduttrice del volume) e Vintilă Mihăilescu (esperto in antropologia e psicologia, professore alla Facoltà di Sociologia di Bucarest) hanno presentato il volume soffermandosi sulla sua struttura in quattro libri in forma dialogica, sullo spazio e sul tempo in cui si svolgono le azioni e i diversi punti di vista tra gli interlocutori. Si è sottolineata l'idea – avanzata da Francesco Furlan, che firma la prefazione del volume – che quest'opera si inscrive in uno dei tre modi specifici di espressione di Alberti (il trattato, il dialogo, il «ludus»), nei quali il dialogo era l'unico adatto agli argomenti connessi alla vita sociale, ossia l’unico modo attraverso cui la conoscenza potesse scaturire solo dal libero confronto delle esperienze individuali. Per questa ragione nessuno degli interlocutori dei dialoghi albertiani detiene la verità, né esprime il punto di vista dell'autore. Trarne le conclusioni spettava, quindi, al lettore, come in un’«opera aperta» avant la lettre. Poiché De familia è stato il primissimo tentativo di analizzare il funzionamento della vita sociale in tutta la sua ricchezza e complessità a partire dalla famiglia (istituzione laica), l'antropologo Vintilă Mihăilescu ha tracciato un parallelo tra la famiglia nel Rinascimento italiano e quella contadina, tradizionale e arcaica, in entrambe le quali vige l'equilibrio tra «essere» e «avere», tra bisogno e dignità.
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Diana Ilie
(n. 1, gennaio 2016, anno VI)
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