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Tomasi di Lampedusa protagonista della quarantesima Serata Italiana di Bucarest
Lo scorso 25 aprile si è volta a Bucarest la quarantesima edizione delle Serate Italiane, dedicata al volume La Sirena e altri racconti di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, un vero pilastro della letteratura italiana del secolo scorso. Il volume, recentemente pubblicato presso la casa editrice Humanitas Fiction nella bella traduzione di Gabriela Lungu raccoglie ricordi d’ infanzia, due novelle e un frammento di un romanzo incompiuto. Il dibattito non poteva però non iniziare dal capolavoro dell’autore, Il Gattopardo, anche perché molti passi (in particolare quelli che descrivono l’imponente palazzo principesco a Donnafugata, in seguito caduto in rovina col passare del tempo) si ritrovano nelle memorie pubblicate nel recente volume.
Dopo aver rivisto alcuni episodi-chiave del film di Luchino Visconti, Il Gattopardo, altrettanto famoso, Irina Margareta Nistor, critica cinematografica, ci ha confessato in primo luogo le emozioni e i ricordi suscitati dal film e dall’arte del regista, poi ha condiviso le sue conoscenze cinematografiche e ha fatto una breve analisi dei frammenti presentati attraverso i ricordi del volume.
Teodor Baconschi, il secondo ospite della serata, ci ha introdotto a poco a poco nella cultura siciliana vista come una miscela di culture, quintessenza ed epicentro culturale del Mediterraneo, così come viene illustrato nel lavoro di Tomasi di Lampedusa. Ha descritto il palazzo dove l’autore viveva da bambino comparandolo con il Vaticano, passando poi a illustrare lo status della nobiltà siciliana e la sua prerogativa a dare una dimensione privata al sacro e al profano. Teodor Baconschi ha dimostrato come l’autore ritraesse il mondo dell’aristocrazia siciliana dall’interno, un mondo che si spegneva insieme a lui, una civiltà cui l’autore guardava con nostalgia salvandola attraverso la sua opera. Per definire meglio la persona dell’autore, Baconschi ci ha segnalato la recentissima pubblicazione dell’epistolario dello scrittore italiano presso la stessa casa editrice Humanitas, epistolario che in qualche modo conclude il ciclo delle opere dell’autore.
Infine Vlad Russo, redattore del libro, ci ha proposto un interessante parallelismo tra Il Gattopardo e i racconti di Tomasi di Lampedusa, visti come laboratorio del romanzo, e ci ha condotto nel mondo dei ricordi dell’infanzia, dove ogni personaggio ha una sua storia ed è un mondo a sé. Dopo aver trattato i primi due racconti, Vlad Russo ha fatto un’analisi del frammento del romanzo incompiuto dove appare, sotto una luce diversa dal Gattopardo,l’antitesi fra l’aristocrazia e la nuova classe emergente, la borghesia terriera, esprimendo il proprio rammarico che l’autore non fosse vissuto abbastanza a lungo per concludere un’opera che si prefigurava come una nuova «commedia umana».
La serata si è conclusa con un vivace dibattito fra invitati e pubblico da dove sono emerse interpretazioni e confronti con altri capolavori della letteratura europea, dibattito che ci ha sollecitato a colgiere e meditare il fascino crepuscolare dell’universo di Tomasi Lampedusa.
Georgiana Nuţu
(n. 5, maggio 2016, anno VI)
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