«Vita immaginaria». La XXXVI edizione del Salone del Libro di Torino

Si è conclusa lunedì 13 maggio la XXXVI edizione del Salone del Libro di Torino. Cinque giorni con un’affluenza di 222.000 persone che hanno incontrato ospiti da tutto il mondo (43 paesi) e case editrici in un’atmosfera di gioia e partecipazione, per tracciare parole nuove, sguardi sul mondo e per festeggiare l’appartenenza a una grande e variegata comunità di lettrici e lettori. La prima edizione diretta dalla giornalista Annalena Benini ha riscontrato un successo inaspettato, soprattutto in termini di visitatori giovani. I numeri dell’edizione 2024: 137 mila mq espositivi, oltre 800 stand, 51 sale e 180 laboratori, oltre 2.000 eventi al Lingotto e 650 sul territorio con il Salone Off. 
«Vita immaginaria» è stato il tema di questa edizione del Salone, e ispirato a una raccolta di scritti non narrativi di Natalia Ginzburg pubblicati nel 1974, appunto lei scriveva: «La vita immaginaria muove la vita creativa, e a volte anticipa e indovina le vicende della vita reale». Riguarda quindi anche l’attesa di un futuro che possiamo costruire attraverso la letteratura, il cinema, l’arte, le parole scritte e le voci alle quali dedichiamo la nostra speciale attenzione. Anche la nostra segreta devozione e le nostre speranze. Questo Salone è allora l'omaggio alla vita immaginaria, in tutte le sue forme: al suo modo creativo, malinconico, fiducioso e sempre nuovo di creare altri mondi e di farli incontrare, sperando perfino che qualcuno di essi possa diventare reale.
La presenza della Romania, ormai consolidata, è stata possibile anche quest’anno grazie all'organizzazione dell’Istituto Culturale Romeno attraverso il Centro Nazionale del Libro (CENNAC), all’Istituto Romeno di Ricerca Culturale e Umanistica di Venezia e l’Accademia di Romania in Roma. Lo stand della Romania era ubicato nel padiglione 1/D14 proprio all’entrata di via Nizza, sotto l’insegna del motto Immaginare leggendo. Lo spazio è stato patrocinato dall’Ambasciata di Romania della Repubblica Italiana, di Malta e di San Marino e dal Consolato Generale di Romania a Torino. Come negli anni scorsi, lo spazio dedicato alla vendita dei libri è stato gestito dalla Libreria Libris di Brașov, che ha allestito un’esposizione ricca di libri in lingua romena di tutti i generi e volumi in lingua italiana, tradotti e pubblicati tramite il «Translation and Publication Support Programme» dell’Istituto Culturale Romeno o su iniziativa diretta dell’editoria italiana. Con l’obiettivo di potenziare e consolidare i rapporti romeno-italiani nel campo dell’editoria, gli organizzatori hanno concepito un programma di quattro giorni attraverso letture e conversazioni che hanno visto la partecipazione di alcuni illustri autori romeni e gli interventi di autorevoli invitati italiani.
Anche per l’edizione del 2024 del Salone di Torino, la nostra rivista si è pregiata del partenariato media per l’undicesimo anno consecutivo. Siamo stati presenti allo stand della Romania per partecipare agli eventi e per raccontarvi le novità editoriali presentate quest’anno, una vera e propria carrellata di titoli e specialisti del libro.


Narrativa

In apertura del programma dello stand della Romania, giovedì 9 maggio, è stato presentato l’autore Mihail Sebastian e i due volumi Donne, seguito dai Frammenti da un taccuino ritrovato, tradotti da Francesco Testa per Mimesis Edizioni di Milano (2023). Il traduttore è stato affiancato dal prof. Roberto Merlo dell’Università di Torino, in un dialogo sulla prosa di Sebastian, facendo anche un’incursione fra i vari volumi pubblicati già in lingua italiana dello stesso autore. A seguire nel programma di giovedì la presentazione del romanzo Macelleria Kennedy. I dolci effetti del riscaldamento globale di Radu Ţuculescu, pubblicato da La Bussola Edizioni di Roma (2023) con la presenza del traduttore Giuseppe Munarini e del prof. Roberto Scagno in qualità di moderatore.
Il secondo giorno del Salone, venerdì 10 maggio, è stato dedicato interamente alla narrativa, con quattro autori romeni di cui tre contemporanei. Il programma è stato aperto dalla presentazione di una prolifica scrittrice femminista nata e vissuta a Bucarest – Sidonia Drăgușanu (1908-1971), giornalista, autrice di opere teatrali e libri per l’infanzia. Nel 2023 Edizioni Elliot di Roma ha pubblicato l’ultimo romanzo della scrittrice romena, Malamore, nella traduzione della prof.ssa Luisa Valmarin, collana Scatti. Pubblicato per la prima volta nel 1960, il romanzo racconta varie sfaccettature del matrimonio e della condizione femminile nella Romania della metà del Novecento. L’evento di presentazione ha avuto come moderatrice la prof. Oana Boșca Mălin, vicedirettrice dell’Accademia di Romania in Roma, e come relatrici la traduttrice e Loretta Santini delle Edizioni Elliot.
Al centro del programma due autori romeni di grande notorietà – Norman Manea e Matei Vișniec – sono stati presentati dai loro traduttori. L’ombra in esilio è il romanzo di Norman Manea tradotto da Barbara Pavetto e il prof. Roberto Merlo per Il Saggiatore di Milano (2023), che è un romanzo collage su un sopravvissuto di un lager in Transnistria, ulteriormente vissuto sotto il comunismo e poi esiliato in America. Il venditore di incipit per romanzi invece è il nuovo romanzo di Matei Visniec, pubblicato in Italia da Voland di Roma (2023) nella traduzione di Mauro Barindi.
La giornata di venerdì si è conclusa sempre su note femminili, con la presenza della giovane autrice moldava Tatiana Ţîbuleac, che ha presentato il romanzo L’estate in cui mia madre ebbe gli occhi verdi, pubblicato in Italia da Keller Editore di Rovereto (2023) e tradotto da Ileana M. Pop.
Per il quarto giorno del Salone, domenica 12 maggio, tre sono state le presentazioni di narrativa allo stand della Romania. La giornata si è aperta con la bellissima presenza di Ioana Pârvulescu, accompagnata da Bruno Mazzoni e dalla traduttrice Anita Paolicchi, che hanno dialogato sull’innocenza, sull’infanzia e sulla nostalgia a margine del volume Dove i cani abbaiano in tre lingue, pubblicato da Voland a Roma (2023). Più tardi è stata la volta di un altro autore contemporaneo che ha presentato la versione italiana del suo romanzo intitolato Attore anonimo. Si tratta di Aurelian Silvestru, uno degli autori più letti della Repubblica di Moldavia, plurilaureato e dottore di ricerca in psicologia. Il volume presentato è un romanzo d’amore e avventura, con sfumature di giallo, in cui l’imperatore Nerone, oltre a essere uno dei protagonisti, riveste un ruolo dai significati sorprendenti. Oltre all’autore, all’evento hanno partecipato anche la prof. Emilia David e Olga Irimciuc, la traduttrice che ha curato la pubblicazione per Graphe.it Edizioni di Perugia (2024).
L’ultimo volume di narrativa presentato nel programma dello stand della Romania è stato Racconti fantastici di Mircea Eliade, a cura di Horia Corneliu Cicortaș e Igor Tavilla, per Castelvecchi Editore di Roma (2023). I due traduttori hanno dialogato con il prof. Roberto Scagno sull’edizione che comprende due brevi romanzi e dieci racconti, gran parte dei quali inediti in lingua italiana, e che vengono ora presentati per la prima volta insieme.


Poesia


Due sono state le raccolte di poesia proposte a questa edizione del Salone. Nella giornata di sabato 11 maggio lo stand della Romania ha iniziato e finito il programma sui versi di Ion Minulescu e Dinu Flamând.
Il primo volume presentato, del poeta contemporaneo Dinu Flamând si intitola Uomo con remo in spalla, nella traduzione di Smaranda Bratu Elian per Raffelli Editore, Rimini (2023) e con le xilografie di Mircia Dumitrescu. Le letture eseguite nelle lingue romeno e italiano a cura di Roberto Merlo e Oana  Boșca Mălin, con i commenti da remoto dell’autore e della traduttrice.
Il secondo volume presentato è una raccolta di poesie di Ion Minulescu (1881-1944), uno dei più grandi poeti romeni del Novecento, legato al grande movimento simbolista europeo, e tutto da scoprire per il pubblico italiano. La presentazione del libro E sia la Musa mia tutta galanteria è avvenuta in presenza dell’editore, prof. Lorenzo Massobrio delle Edizioni dell’Orso di Alessandria (2023), e con gli interventi del traduttore, il prof. Federico Donatiello, e i prof. Iulia Cosma e Dan Octavian Cepraga dell’Università di Padova. Questa antologia è la prima in una lingua di circolazione europea, che intende colmare un’assenza nel panorama delle traduzioni di poesia romena in Italia.


Arte


In questa edizione del Salone la proposta di libri in ambito artistico è stata notevole, cinque volumi presentati in due giorni allo stand romeno. In primis, i tre volumi scritti da Victor Ieronim Stoichiță, classe 1949, nato a Bucarest, e allievo a Roma di Cesare Brandi. Il noto critico d’arte ha insegnato presso varie istituzioni internazionali, e oggi all’Università di Friburgo (Svizzera). Due dei volumi presentati sono stati pubblicati con Il Saggiatore di Milano nella traduzione di Benedetta Sforza. Nel primo, Breve storia dell’ombra. Dalle origini della pittura alla Pop Art (2023), il prof. Stoichiță rielabora il concetto di ombra, da quelle proiettate sulla parete delle caverne nel mito di Platone alla sagoma di Monet che fotografa le sue ninfee a Giverny, dalle ombre incontrate da Dante nel suo viaggio ultraterreno a quella che Wendy deve ricucire addosso a Peter Pan. Nel secondo, L’invenzione del quadro. Arte, artefici e artifici nella pittura europea (2024) l’autore propone un racconto che attraversa il Rinascimento e la pittura fiamminga, per restituirci un passaggio cruciale della storia dell’umanità: il momento in cui abbiamo compreso che solo grazie al limite avremmo potuto raffigurare l’infinito, ovvero il racconto di come l’inserimento di un’immagine all’interno di una cornice ha trasformato per sempre il nostro modo di rappresentare il mondo. Infine, il terzo volume, tradotto sempre da Benedetta Sforza, a cura di prof.ssa Lucia Corrain, è stato pubblicato da Meltemi Editore di Milano (2024). Il titolo è Cieli in cornice. Mistica della pittura nel Secolo d’oro dell’arte spagnola e il volume propone una ricostruzione molto originale della nascita e dell’evoluzione di questa corrente artistica, esplorando l’analisi di un centinaio di opere d’arte.
Sempre sabato 11 maggio, è stato presentato un libro in prima edizione, scritto dalla prof.ssa Lucia Corrain con l’editore La Casa Usher, Firenze-Lucca (2023) e intitolato Una infinita memoria. Il ciclo di Constantin Brâncuși a Târgu Jiu. Il volume fa parte della collana I libri di Omar, Serie rossa, che è dedicata all’approfondimento e alle ricerche della teoria dell’arte e dell’immagine. L’autrice propone lo studio delle tre opere dello scultore romeno: la Tavola del Silenzio, La Porta del Bacio e La Colonna dell’Infinito – con tanto di disegni e fotografie realizzate in un viaggio che ha fatto personalmente a Târgu Jiu. Il volume sarà tradotto nel corso del 2024 in lingua romena e in spagnolo.
Il quinto volume in ambito artistico, presentato domenica 12 maggio, è stato Samuel von Brukenthal e la collezione italiana in Hermanstadt/Sibiu, scritto da Doina Ene, e pubblicato con Edizioni Rediviva di Milano (2024) in collaborazione con il Museo Nazionale Brukenthal.
Due volumi presenti allo stand romeno che non possiamo inquadrare nei generi già elencati sopra li presentiamo di seguito per concludere l’ampio ventaglio di pubblicazioni che hanno arricchito il programma del Salone. Il primo è Emersioni sceniche. Teatro romeno contemporaneo a cura di Horia Corneliu Cicortaș e Letteria Giuffrè per Edizioni ETS di Pisa (2024). Il volume offre un’antologia di teatro romeno contemporaneo, basata su spettacoli rappresentati nell’ambito del festival «teatROmania - emersioni sceniche» (2010-2015) di Roma. Quattro pièces inedite di Alina Nelega, Anca Visdei e Vlad Zografi. Il secondo volume è un saggio del giornalista Salvatore Giuffrida, intitolato Moldova, terra di frontiera – Un Paese al bivio tra Russia e Occidente, con una prefazione di Paolo Bergamaschi, edito da Infinito, Formigine (Mo) 2023.


Premi letterari


Chiudiamo il nostro reportage della XXXVI edizione del Salone del libro di Torino con la menzione di due eventi importanti per la presenza della letteratura romena in Italia. Sabato 11 maggio lo scrittore Mircea Cărtărescu è stato insignito del Premio Letterario Internazionale Mondello, giunto alla 50° edizione, sezione Autore straniero. Lo scrittore ha dialogato con Nicola Lagioia, già direttore del Salone del Libro e il suo traduttore, Bruno Mazzoni, nella sala Azzurra, circondato da lettori fan e da tutte le autorità.
Lunedì 13 maggio, nell’Arena Piemonte del Salone si è svolta la premiazione delle autrici vincitrici del Concorso Lingua Madre, giunto alla XIX edizione. La romena Simona Nicoleta Bogdan si è aggiudicata il terzo premio con il racconto Ritorno. Alla premiazione ha partecipato anche il Console della Romania a Torino, Cosmin Dumitrescu. L’evento ha concluso il ricco calendario della presenza della Romania alla fiera torinese.
La partecipazione della Romania al Salone Internazionale del Libro di Torino rientra nella strategia dell’Istituto Culturale Romeno di sostegno della presenza della cultura romena in ambito europeo e internazionale e nel programma delle sue rappresentanze a Venezia e a Roma di promozione della letteratura romena in Italia.




Oana Boşca-Mălin, vice-direttore dell'Accademia di Romania in Roma, prof. Roberto Merlo e Francesco Testa


Prof. Roberto Merlo, Mauro Barindi e prof. Bruno Mazzoni (foto Mihai Bursuc)


Oana Boşca-Mălin, prof. Roberto Merlo e prof. Smaranda Bratu Elian da remoto


Paolo Plebani, storico dell'arte, Doina Ene e Tatiana Debelli


Igor Tavilla, Horia Corneliu Cicortaș e prof. Roberto Scagno



Premiazione dello scrittore Mircea Cărtărescu


Irina Niculescu
(n. 6, giugno 2024, anno XIV)