La Romania alla XXXV edizione del Salone del Libro di Torino

Si è conclusa il 22 maggio la XXXV edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, evento culturale di grande rilievo per il capoluogo piemontese, che ha riunito di nuovo tutti i professionisti e gli appassionati del libro. L’evento si è svolto negli spazi che da anni lo caratterizzano: i padiglioni 1, 2, 3 e Oval di Lingotto Fiere e il Centro Congressi Lingotto, su una superficie di 115 mila mq espositivi, a cui si è unito per la prima volta lo spazio Pista 500, progetto artistico sviluppato dalla Pinacoteca Agnelli. 48 le sale che hanno accolto gli oltre 1600 eventi che si sono tenuti al Lingotto, dall’Auditorium con 1320 posti alla Sala Lilla dedicata agli Editori Piemontesi con 40 posti, e 13 gli spazi dove si sono svolti i laboratori. Presenti 573 stand, tra cui gli spazi dedicati alla Sardegna e all’Albania, come ospiti speciali.
Tra le novità di questa edizione menzioniamo il Bookstock, uno spazio di 7500 mq, che ha dedicato alle lettrici e ai lettori più giovani due aree, arene dipinte e gruppi di lettura giovanili – il Bookblog. Le altre attrazioni letterarie: la pista 500 (grande palco esterno), Ticket to Read, Il bosco degli scrittori (uno spazio di 300 mq allestito con piante, alberi e fiori), la Sala Montagna, la libreria Internazionale e l’Area nuovi Editori.
Il tema della XXXV edizione del Salone del Libro è stato Attraverso lo specchio, un omaggio all’universo meraviglioso di Lewis Carroll, che invita a saltare dentro nuovi mondi, attenti al presente ma con la testa fra le pagine. La meraviglia celata dietro lo specchio viene catturata dall’illustrazione di quest’anno realizzata dall’artista italiana Elisa Talentino, che racconta un viaggio tra reale e fantastico, tra veglia e sonno. L’immagine ci invita al viaggio del nostro lato magico: se sapremo vedere con gli occhi dell’incanto, troveremo qualcuno a tenderci la mano per accompagnarci dall’altra parte. E può anche essere letta come un’allegoria del passaggio tra l’infanzia e l’età adulta, un rito di passaggio in cui si muta.

La partecipazione della Romania al Salone Internazionale del Libro di Torino rientra ormai da oltre un decennio nella strategia dell’Istituto Culturale Romeno a sostegno della presenza della cultura romena e dei suoi valori in ambito europeo e internazionale e nei programmi delle sue rappresentanze a Venezia e a Roma, per la promozione della letteratura romena in Italia. Lo stand della Romania ha beneficiato del patrocinio dell’Ambasciata di Romania nella Repubblica Italiana, Malta e San Marino e del Consolato Generale della Romania a Torino, ed è stato organizzato dall’Istituto Culturale Romeno attraverso il Centro Nazionale del Libro, dall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e dall’Accademia di Romania in Roma, in partenariato con il Salone Internazionale del Libro di Torino, il Ministero della Cultura di Romania, Fondazione Circolo dei Lettori di Torino, Associazione Torino «La città del Libro», Libreria Libris di Braşov, Libreria Internazionale Luxemburg di Torino e Atlassib.
Anche quest’anno la nostra rivista interculturale ha offerto il partenariato media per il decimo anno consecutivo. Ubicato all’entrata del primo padiglione della fiera e con un’ottima posizione di fianco allo stand dell’Albania paese ospite, lo stand della Romania è consistito in uno spazio destinato all’esposizione e alla vendita al pubblico di libri, gestito dalla Libreria Libris di Braşov con il sostegno di Atlassib, e un piccolo salotto destinato alle presentazioni di autori e opere incluse nel programma ufficiale. Il design dello stand è stato concepito in collaborazione con gli organizzatori del salone. Il motto dello stand romeno riprende il tema generale di questa edizione ed è ispirato ai versi del poeta Nichita Stănescu: «Viviamo in un'unica volta e in un'unica vita. Avere un ideale vuol dire avere uno specchio. In un ideale ti lavi come in una acqua pulita». I versi sono stati tradotti appositamente dal prof. Roberto Merlo, docente di Lingua e letteratura romena all’Università di Torino. Il design molto originale contiene delle pareti a specchio corredate da citazioni poetiche appartenenti a scrittori contemporanei come Marta Petreu, Ana Blandiana e Mircea Cărtărescu.
Durante le cinque giornate della fiera torinese del libro, lo stand della Romania ha ospitato una ventina di eventi volti a promuovere la cultura romena, innanzitutto la letteratura contemporanea e classica tradotta e pubblicata in italiano, con l’obiettivo di potenziare e consolidare i rapporti bilaterali romeno-italiani nel campo della letteratura, delle traduzioni e dell’editoria. Quattro sono stati gli eventi proposti nel programma ufficiale e svolti nelle sale del salone. Protagonisti sono stati scrittori, traduttori, editori, filologi, critici letterari, storici, filosofi e giornalisti, e di seguito vi proponiamo una panoramica del ricco programma.

L’evento portante ospitato nella Sala Internazionale del Salone (venerdì 19 maggio alle 11.30) è stato indubbiamente il primo, la presentazione del libro Falso trattato di manipolazione di Ana Blandiana, nella traduzione di Mauro Barindi e pubblicato da Elliot Edizioni. Come ha ricordato l’autrice stessa nella presentazione, questo è il primo volume di saggistica tradotto fra le sue opere già note al pubblico italiano. «Non è un libro su di me, ma sull’epoca in cui ho vissuto. È un saggio corredato di eventi della mia vita, selezionati, nei quali il tema essenziale è la manipolazione». E Ana Blandiana ha menzionato che il titolo è stato ispirato a un altro titolo romeno, Falso trattato di caccia (Pseudo-cynegeticos), scritto da Alexandru Odobescu (1834-1985). All’incontro sono intervenuti anche il traduttore, Mauro Barindi, la prof.ssa Smaranda Vultur e ha moderato Bruno Mazzoni, che, come il suo collega, ha già tradotto in italiano altre opere della stessa autrice.

L’evento che ha chiuso il secondo giorno del salone, proposto dalla Romania nella Sala Bianca, e che ha visto gli stessi relatori, è stata la conferenza Memoria e patrimonio. Incontro dedicato a Timișoara – capitale culturale europea 2023. La prof.ssa Smaranda Vultur, dell’Università dell’Ovest di Timișoara, ha raccontato l’eredità storico-memorialistica degli abitanti dello spazio culturale europeo Banat, dove Timișoara è capoluogo. Il progetto Deportati in Bărăgan 1951-1956, iniziato nel 1991, è una ricerca che riunisce testimonianze scritte e orali di persone che hanno vissuto in questo spazio. La biblioteca della memoria propone una base di documentazione e informazione online (https://deportatiinbaragan.ro/) su varie tematiche ed eventi storici. Questo archivio è il risultato dell’attività in campo degli studenti che hanno seguito i corsi di antropologia culturale sotto la guida della prof.ssa Vultur, come coordinatrice del gruppo della Fondazione La terza Europa. Ad animare la conferenza, la testimonianza dell’autrice Ana Blandiana, nata a Timișoara, che ha ricordato i suoi nonni poliglotti, che riuscivano a discorrere in quattro lingue differenti, per sottolineare l’aspetto multiculturale della città e la ricchezza che ne consegue: Timișoara è una città tutt’oggi cosmopolita di grande caratura intellettuale.

In contemporanea con l’inaugurazione ufficiale del salone nel primo giorno, giovedì 18 maggio, un evento importante è avvenuto nella sala Indaco, in presenza di Lorenzo Massobrio, fondatore di Edizioni dell’Orso, casa editrice piemontese nata nell’alessandrino più di quarant’anni fa e specializzata in studi umanistici. Quest’anno ha proposto due titoli importanti per chi si vuole avvicinare all’opera di Mircea Eliade. Il primo volume Libertà e terrore nella storia, Con altri studi sull’opera e il pensiero di Mircea Eliade, di Roberto Scagno, a cura di Alvaro Barbieri, Dan Octavian Cepraga, Iulia Cosma e Nicola Perencin, è un volume omaggio che gli amici e i colleghi del Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova offrono al professor Scagno per onorare il compimento della sua carriera e i suoi superbi settant’anni. Nello stesso tempo questo libro è anche un regalo prezioso che Scagno fa alla comunità scientifica e a tutto il vasto pubblico di lettori colti interessati alla figura e agli scritti di Mircea Eliade. Il secondo volume presentato è stato La narrativa fantastica di Mircea Eliade, Studi e testi di Marco Cugno, a cura della figlia, prof.ssa Federica Cugno e Roberto Merlo. Il volume raccoglie cinque studi dedicati da Marco Cugno (1939-2012) alla narrativa fantastica di Eliade, originariamente pubblicati in riviste e miscellanee altamente specialistiche di non sempre facile accesso, e la traduzione di Cugno – finora inedita – del racconto Dalle zingare. Gli studi presentati sarebbero dovuti confluire in una monografia sulla prosa fantastica di Eliade, la cui elaborazione è stata interrotta dall’improvvisa scomparsa del romenista torinese, e dedicata in particolare al «modo fantastico» della narrativa eladiana e ai suoi possibili collegamenti con miti, riti, simboli e narrazioni del folclore romeno e con la tradizione letteraria romena. Alla conferenza sono intervenuti: il prof. Roberto Scagno, la prof.ssa Federica Cugno e il prof. Natale Spineto, professore di storia delle religioni all’Università di Torino.

Il quarto evento proposto dall’Istituto Culturale Romeno compreso nel programma ufficiale del Salone si è svolto venerdì 19 maggio nella Sala Avorio e ha visto la partecipazione della giovanissima scrittrice Andreea Simionel, segnalata al Premio Strega dal critico Gioacchino de Chirico, autrice del romanzo d’esordio Male a Est, edizioni Italo Svevo, 2022. Il dialogo molto interessante iniziato dal critico che ha elogiato lo stile dinamico e originale della giovane Andreea, è continuato con i commenti di Bruno Mazzoni e le domande del pubblico, accattivato dalla lucidità e dal carisma dell’autrice. Il romanzo sarà prossimamente tradotto in romeno.

Una presenza ormai consueta allo stand della Romania da alcuni anni è Rediviva Edizioni di Milano che ha presentato anche questa volta le sue ultime uscite: Ad ascoltar le doine, Scritti sulla Romania di Armando Santarelli con una prefazione di Giovanni Rotiroti, sono intervenuti alla presentazione: l’autore, Ingrid Beatrice Coman Prodan, Irina Țurcanu e Violeta Popescu; il romanzo La colonia (quasi come un blues) di Stelian Țurlea, tradotto da Ingrid Beatrice Coman Prodan e con la presenza dell’autore durante l’evento; e l’attesa autobiografia della Regina Maria di Romania (1875-1938), La storia della mia vita, che è una ripubblicazione revisionata da Silvia Storti Shelyta e che riunisce tutto il diario in un unico volume di 900 pagine diviso in cinque parti: Infanzia, La giovinezza, Inizio del matrimonio, 1906-1914, Gli anni della guerra.
Un saggio inedito nel panorama delle ricerche sulla lingua romena è stato proposto da Olga Irimciuc, studiosa di letteratura romena e comparata e insegnante preso la Scuola Europea di Varese: La letteratura romena nella Repubblica Moldova, un percorso tematico, edizioni Graphe.it, con una prefazione di Gaetano Passarelli. Il saggio propone uno studio approfondito sulla condizione della letteratura romena nella Repubblica Moldova, con le particolarità storiche e culturali, i ritratti generazionali, i modelli artistici e le influenze culturali. L’analisi vuole suscitare interesse attorno alle problematiche di questo universo letterario per future interpretazioni e studi.

Una bella sorpresa è arrivata dalla casa editrice pugliese Besa Muci, con la pubblicazione in anteprima nazionale del romanzo Città delle acacie di Mihail Sabastian e tradotto in italiano da Alina Monica Turlea. La presentazione è avvenuta allo stand della Romania domenica, 21 maggio, in presenza dell’editore, della traduttrice e con la partecipazione speciale di Ardian-Christian Kyḉyku, autore albanese di adozione romena, nonché professore a Târgu Mureș, un grande conoscitore di Mihail Sabastian.
Fra gli altri autori tradotti in italiano e presentati nel programma dell’Istituto Culturale Romeno ricordiamo anche Mircea Cărtărescu con Melancolia (nella traduzione di Bruno Mazzoni, La Nave di Teseo, Milano 2022), Dinu Pillat con Aspettando l’Apocalisse e Morte quotidiana (nella traduzione di Luca Bistolfi, Bonfirraro Editore, Barrafranca 2022), Virgil Ierunca con Il fenomeno Pitești(nella traduzione di Elena di Lernia, Cisla Editore, Trani 2022), Matei Vişiniec con Cabaret Dada e Mansarda a Parigi con vista sulla morte (Criterion Editrice, Milano 2022), Adina Rosetti con Il kendama perduto (traduzione di Elena di Lernia, illustrazioni di Irina Dobrescu, Cisla Editore, Trani 2022), Simona Sora con Hotel Universal (traduzione di Sara Salone, Bottega Errante Edizioni, Udine 2022) e Iulian Ciocan con Prima che Breznev morisse (nella traduzione di Francesco Testa, Bottega Errante Edizioni, Udine 2022).
Nel penultimo giorno del Salone lo stand della Romania ha ricevuto la visita del presidente dell’Istituto Culturale Romeno di Bucarest, Liviu Sebastian Jicman, arrivato direttamente dalla Biennale di Venezia. Abbiamo avuto il piacere e l’occasione di intervistarlo e potete seguire il video sulla nostra pagina Facebook Orizzonti culturali italo-romeni.
Anche quest’anno la presenza della Romania al Salone del Libro di Torino è stata di ottima organizzazione, con molti eventi e con una ricca offerta di libri e speriamo di potervi raccontare ancora l’edizione del 2024, come partner media.




Da sinistra a destra: Smaranda Vultur, Bruno Mazzoni, Ana Blandiana, Mauro Barindi


Bruno Mazzoni e Vanni Santoni


Da sinistra a destra: Alessandro Vagnini, Horia Corneliu Cicortaş e Cristian Luca


Da sinistra a destra: Oana Boşca-Mălin, Dan Octavian Cepraga, Roberto Scagno, Iulia Cosna, Smaranda Vultur,
Lorenzo Renzi, Ana Blandiana e Bruno Mazzoni


Irina Niculescu intervista Liviu Jicman, presidente dell'Istituto Culturale Romeno di Bucarest,
per la rivista «Orizzonti culturali italo-romeni»



Irina Niculescu
(n. 6, giugno 2023, anno XIII)