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A Bucarest, «Dalle Città invisibili alla città contemporanea»
Qualche giorno fa, ossia il 17 ottobre, in occasione della Settimana della Lingua italiana nel mondo, edizione 2023, si è svolta la seconda tappa del progetto pluridisciplinare ispirato al meraviglioso libro di Italo Calvino Le città invisibili, progetto dedicato integralmente al centenario dello scrittore.
Il progetto è nato in primavera da un’iniziativa avanzata da chi scrive e accolta dalla professoressa Nicoleta Silvia Ioana, docente di lingua italiana presso il liceo bilingue «Ion Neculce» ma anche presso l’Università di Arte (UNARTE) sempre di Bucarest. L’iniziativa proponeva di lanciare agli studenti di UNARTE la sfida di rappresentare una delle città invisibili immaginate da Calvino nel suo volume in una propria opera d’arte e poi organizzare una mostra collettiva con gli elaborati degli studenti. L’iniziativa aveva alle spalle due collaborazioni del genere, fra specialisti italianisti di Bucarest (coordinati sempre da noi, le professoresse ricordate sopra) e UNARTE: quella del 1998, del centenario di Giacomo Leopardi, quando gli studenti di belle arti avevano illustrato i Canti leopardiani, e quella più recente, del 2021, in occasione del centenario di Dante, quando una nuova generazione di studenti di Belle Arti avevano illustrato vari passi della Divina Commedia. Sin dall’inizio il progetto, preso in mano e curato dalla prof.ssa Nicoleta Silvia Ioana, fu concepito come un polittico, articolato in più attività e più tappe.
L’esordio è stato nel mese di aprile quando abbiamo organizzato, insieme alle prof.sse Carmen Apetrei, preside della Facoltà di Belle Arti di UNARTE, Elena Dumitrescu, vicepreside e direttore del Dipartimento Scultura, e al prof. Ovidiu Croitoru, direttore del Dipartimento Grafica, per gli studenti UNARTE, nella sede della loro università, una presentazione dello scrittore Italo Calvino e del volume Le città invisibili, insistendo sulla straordinaria visività che caratterizza le città «invisibili» inventate da Calvino. Infatti, fra l’altro, il fascino del libro consiste anche nel fatto che ogni città fantastica immaginata dal personaggio Marco Polo traduce un quesito esistenziale, sia esso sociale, morale, filosofico, religioso o psicologico, in una specifica configurazione urbana e architettonica che, più che rispondere, esaspera il rispettivo quesito. La traduttrice del volume, la nota italianista Oana Boșca-Mălin, attualmente vicedirettrice dell’Accademia di Romania in Roma, si è rivolta online agli studenti presenti, ha offerto loro il testo romeno in pdf (la traduzione, pubblicata dalla casa editrice Allfa nel 2011 è attualmente esaurita) e ha lanciato agli studenti e ai loro professori l’invito di presentare, in chiusura del progetto, la mostra dei loro elaborati anche a Roma, presso la sede dell’Accademia di Romania. Questo primo incontro con gli studenti UNARTE, esordio del progetto, fu accolto con grande interesse dal dipartimento di grafica e da quello di scultura, e un numero importante di studenti di queste due sezioni si è impegnato a tradurre in opere d’arte la propria visione su una delle città invisibili.
La seconda tappa, quella del 17 ottobre, è consistita in tre eventi successivi, organizzati nel bellissimo spazio espositivo del Centro Culturale del Municipio di Bucarest, ARCUB. All’evento hanno collaborato parecchie istituzioni di prestigio, ciascuna contribuendo in un modo o in un altro alla visibilità, alla diffusione e all’alto livello del progetto: oltre ai rappresentanti delle varie università direttamente coinvolte, l’Istituto Italiano di Cultura, la cui direttrice, Laura Napolitano, ha pronunciato in apertura un saluto istituzionale; la già menzionata Accademia di Romania in Roma, tramite la presenza online della vicedirettrice Oana Boșca-Mălin; l’Associazione degli Italiani in Romania (RoAsIt), il Laboratorio Calvino (Roma-Milano-Oxford), la Società Dante Alighieri-comitato di Bucarest ecc. Nel primo evento della serie c’è stata l’inaugurazione della mostra di grafica e di scultura degli studenti UNARTE sulle Città invisibili di Italo Calvino. Allestita presso il generoso ambiente ARCUB, dall’aria antica a causa delle volte e delle pareti di mattoni a vista, la mostra ha ospitato i lavori di grafica e di scultura degli studenti, essendo inaugurata in presenza di un numeroso pubblico rappresentante le varie facoltà e istituzioni implicate nel progetto. L’introduzione, fatta da alcuni specialisti (letterati e professori UNARTE) è stata poi completata dalle spiegazioni offerte da alcuni degli autori delle opere esposte, che hanno commentato le proprie visioni (alcune le potete vedere qui sotto) e la propria tecnica. Poi la visita della mostra da parte del pubblico ha concluso la prima parte de programma.
Nella seconda parte si è svolta la tavola rotonda interdisciplinare «I meccanismi invisibili della quotidianità urbana in dialogo con Le città invisibili di Italo Calvino». Organizzata con lo scopo di cercare i punti di contatto o i ponti che uniscono le parabole esistenziali che configurano le città calviniane con la città contemporanea reale e con i suoi problemi concreti. La moderatrice (chi scrive), in quanto voce del romanzo, ha rivolto a ciascun invitato, ricercatore specializzato in un campo direttamente legato alla complessa problematica della città attuale, una o due domande desunte da citazioni puntuali dal testo calviniano. I partecipanti – il prof. univ. Cornel Moraru (UNARTE), filosofo e specialista di neuroscienze, l’ing. Pietro Elisei, urbanista, presidente dell’Associazione Internazionale degli Urbanisti (ISOARP), il prof. Bogdan Suditu della Facoltà di Geografia dell’Università di Bucarest, specialista in geografia urbana, e Claudia Petrescu, sociologa, ricercatrice presso l’Istituto di Studio della Qualità della Vita dell’Accademia Romena – hanno risposto alle suggestioni calviniane parlando del ruolo della memoria nella costituzione spirituale e materiale della città, delle sfide che le trasformazioni naturali e sociali in corso lanciano agli urbanisti e dei limiti che l’urbanistica deve stabilire per arginare la deriva territoriale dell’umanità, del necessario coinvolgimento diretto degli abitanti nel processo di configurazione e trasformazione dello spazio da abitare, della città come palinsesto, delle città viste come comunità strutturate ma continuamente mobili o come moltitudini di individui – microuniversi da armonizzare ecc. Gli interventi sono stati particolarmente vivaci e sostanziosi, suscitando non poche domande e commenti dal pubblico.
L’importanza della problematica messa a fuoco dalla tavola rotonda (in verità rettangolare) si è rispecchiata successivamente nel terzo evento della serata, ossia nel lancio di un progetto derivato direttamente da quello calviniano, che proponeva a studenti dell’Università di Arte e dell’Università di Architettura e di Urbanistica di Bucarest di dare vita a un workshop interdisciplinare – per formulare idee di rigenerazione urbana per una piccola zona di Bucarest, legata per nome e tradizione all’Italia. Di questo progetto derivato da quello calviniano i nostri lettori avranno occasione di conoscere lo svolgimento in un futuro articolo.
L’evento Calvino del 17 ottobre, come già detto, è stato solo la seconda tappa del progetto complessivo dedicato al grande scrittore italiano in Bucarest. L’ultima sarà la mostra di opere grafiche e scultoree degli studenti UNARTE che renderà visibili Le città invisibili di Calvino sulle pareti dell’Accademia di Romania in Roma, in gennaio 2024.
Smaranda Bratu Elian
n. 11, novembre 2023, anno XIII)
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