Luminița Țăranu in mostra a Venezia con «Metamorfosi. Itineraria picta»

Segnaliamo la mostra dell’artista Luminița Țăranu dal titolo MetamorfosiItineraria picta. Fregio – Project room, apertaall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, nella Nuova Galleria e Piccola Galleria, dal 30 novembre al 14 dicembre 2021. Il catalogo, accessibile qui in formato sfogliabile, contiene due bellissimi testi: uno della dott.ssa Simonetta Lux, Prof.ssa onoraria dell’Università Sapienza di Roma, critico d’arte contemporanea e direttrice per molti anni del Museo Laboratorio della Sapienza, e l'altro del Prof. Grigore Arbore Popescu, storico e critico d’arte, scrittore e poeta, direttore dell’IRCRU di Venezia. L’allestimento della mostra è realizzato dal dott. arch. Pietro Bagli Pennacchiotti.
Pubblichiamo il testo della prof.ssa Simonetta Lux, tratto dal catalogo della mostra, e una ricca galleria online con una selezione rappresentativa dei lavori esposti.

Arte di Luminița Țăranu: il discorso senza inizio e senza fine


Se l’arte di Luminița è discorso – come lei spesso ribadisce e vuole – discorso sia. Occorre interrogarla senza darle tregua, stanarla dal suo rifugio creativo, dal processo di sublimazione cui ha sottoposto sue ansie a tratti mitologiche, a tratti storiche, a tratti familiari. Nel suo nomade percorso dalla Romania all’Italia, avvertiamo un andirivieni sensibile e ossessionato tra le sue due patrie, un itinerario necessariamente inconcluso poiché è tesoro della sua anima la sapiente, infinita, indagine culturale e storica su Romania e su Italia, che ha animato i suoi giorni giovanili – la scuola, il padre ricercatore, l’Accademia di belle arti di Bucarest, la specializzazione nelle tecniche incisorie, i primi riconoscimenti dall’Unione degli Artisti Plastici, il viaggio premio in Italia – e  al suo arrivo in Italia, la sua seconda vita (famiglia, compagno italiano, figlio).
Su questo andirivieni aleggia la bella figura del suo maestro, Octav Grigorescu, Luminița sa benissimo che ha innovato il suo fare artistico il giorno in cui una tecnica da lei amata moltissimo – la stampa serigrafica – ha deciso di usarla snaturandone la destinazione riproduttiva.

Lei si è sentita obbligata, trascinata, a realizzare degli originali unici, per compiere – io credo – due cose: dare alla eclatante e ribollente (come il mondo fluttuante dentro di sé) cromaticità delle vernici serigrafiche il massimo risalto; lasciare che attraverso la seta, e il telaio che la tende, il suo gesto pittorico ed il suo mondo di segni o resti figurali o gesti o le parole di marmo della storia antica fossero filtrati, senza che trasparisse il tumulto interiore. Tumulto, vibrazioni, energie compresse, che – a conoscerla – si intuiscono immediatamente: ma occorre porle le domande giuste, anche le più insidiose, perché lei ammetta.

L’amore per l’Italia e la cultura italiana, la prima cosa: sentirsi latini – anche grazie alla loro lingua, europei, non slavi – è quanto i giovani apprendono nella scuola e nella educazione. Che sorpresa il suo racconto del ritorno – lei bambina – del padre studioso e docente, da un lungo viaggio in Italia, un uomo nuovo, elegante, con pantaloni scuri e giacca chiara: l’Italia, l’arte, la cultura italiana, l’uomo!

La memoria, poi, a lungo coltivata in patria e allargatasi in Italia fino agli studi della Colonna Traiana, l’itinerario scolpito della campagne traianee in Dacia, la memoria dico, storica (e insieme antistorica), della conquista della sua terra, la considerazione della occupazione romana imperiale come costituzione della vera identità della nazione e del popolo romeno! Un imperatore, le chiedo – per quanto Optimus Princeps – che ha portato, leggi, organizzazione sociale, ma ha anche sfruttato popolo e lavoro per l’estrazione di oro e argento nelle miniere?
Ma nel tumulto del suo cuore c’è anche la memoria e la ripresa di tracce e/o segni decorativi della preistoria nelle culture neolitiche, sempre apparenti in bianco e nero, che la artista integra ed intreccia con quelli che essa ha tratto dagli studi della Colonna Traiana.

«Mi sono ispirata – mi scriveva – ai disegni delle collezioni di vasi del Museo Nazionale di Storia e Archeologia di Bucarest, che ho visitato prima di fare il lavoro Columna mutãtio - Itineraria picta e Columna mutãtio - LA SPIRALE.
Tra quelli cui mi sono ispirata, i simboli delle culture neolitiche sul territorio dell’antica Dacia, alcuni del rito della morte. Io li ho utilizzati neri, proprio per sottolineare il senso grafico e la drammaticità. Su Columna mutãtio – LA SPIRALE li ho composti sulla parte interna, sopra strati di scritture in bianchi colorati e dorati, in modo ritmico e regolare, rituali (la parte interna è un omaggio alla Dacia)».

Dobbiamo tuttavia osservare che c’è un comparto peculiare e un nodo creativo – quello della invenzione dell’Uomo Mucca – the Cowman – di cui ho parlato lungamente con l’artista, quando l’ho incontrata alla mostra di Traiano ai Mercati Traianei, a novembre del 2017. Un nodo creativo nel quale hanno esito tutti quegli elementi drammatici dell’azione dell’uomo nella storia, dei quali Luminița spegne la fiamma pungente, con il suo processo creativo a flusso, a strati, a pezzi.
In sostanza in questa idea di metamorfosi dei corpi in uomo-bovino, che colpisce a fondo per la ripugnanza che suscita, che l’artista vorrebbe annunciasse un futuro di simbiosi uomo-natura / uomo-animale, apre in verità un velo – mi sembra – sulla acuta ansia dell’artista per il mondo contemporaneo, ricordando – come fa prima il racconto mitologico e poi quello storico – che masse di uomini sono stati portati al macello, che stragi di corpi, che assassinii hanno accompagnato gesta e rapine banditesche di stati territori e ricchezze di popoli e che delle distorsioni del rapporto uomo/natura, uomo/terra, subiamo ora ben più taglienti segni.

Simonetta Lux

Simonetta Lux è critico d’arte contemporanea, cattedratica di Storia dell’arte contemporanea alla Sapienza Università di Roma e, dal 2011, Honorary Professor della stessa Università. Ha creato nel 1985 e diretto il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea della Sapienza, micro-territorio relazionale e officina di metodologia storica e metodologia critica dell’arte. Ha creato e diretto insieme agli allievi della sua Scuola la rivista LuxFlux. Prototype di Arte Contemporanea, e la rivista on line luxflux.net., tuttora attiva. Ha creato il primo dottorato in Storia dell’arte contemporanea-Arte di confine, e il master per Curatori storici dell’arte.



Picta 31 - Fregio



Picta 2 - Itineraria



Picta 3 - Itineraria



Picta 11 - Fregio Dei



Picta 21 - Itinerario Dei



Picta 23 - Fregio Cowman



Picta c



Picta - L'amore che dura



Picta a Itineraria



Picta b Itineraria



Picta c Itineraria



Picta d Itineraria



Picta e Itineraria



Picta f Itineraria



Picta g Itineraria



Picta 29 - Fregio Dei



Picta 30 - Fregio Dei



Picta - La Bellezza, installazione



Picta - Scritture 5



Picta - Scritture



Picta 16 Fregio



Picta 5 Itineraria


(n. 12, dicembre 2021, anno XI)