«Nel nostro passaggio», l’arte di Daniela Voicilă Drăgulescu

În trecerea noastră, l’esposizione temporanea dell’artista Daniela Voicilă Drăgulescu, si è tenuta dal 17 gennaio al 14 febbraio presso la Galleria d’Arte dell’Università di Architettura e Urbanistica «Ion Mincu» e ho avuto il piacere di visitarla.
Ad accogliermi all’ingresso dell’esposizione, su di una parete, un angelo polimaterico con lunghe ali che, andando verso il basso perdono di volume e di materia per mutarsi in fitte trame svolazzanti.
Di fianco alla figura celestiale, fanno capolino una serie di maschere in bassorilievo che attraverso diverse espressioni, segnano il mutare delle fasi della vita dell’uomo.
Dopo averle guardate ‘in faccia’, una per una, ritorno con lo sguardo all’angelo di prima, e stavolta, da una prospettiva accidentale, la figura celestiale mi appare all’improvviso, con la maschera del suo volto e il fluttuare delle sue ali, con delle sembianze un po’ spettrali e mi viene da pensare al mondo del teatro e agli angeli e demoni che ci accompagnano sempre e che di volta in volta siamo e diveniamo.

Guardo le opere di Daniela ed esse mi riguardano… mentre sono concentrata in questo dialogo immaginario tra me e gli spiriti dell’esposizione, sono venuti a darmi il benvenuto alla mostra Daniela e Bogdan.
La mostra personale di Daniela Voicilă Drăgulescu raccoglie l’insieme cospicuo dei suoi lavori, frutto di riflessioni e di dialoghi avvenuti con il marito Bogdan durante il periodo di quarantena che il Covid19 ci ha costretti a vivere. Daniela ha una formazione da scenografa e nei suoi lavori vi è difatti un continuo rimando al teatro; e non è forse il teatro una similitudine della nostra vita?
La mostra affronta diversi temi e ritrae diversi personaggi che hanno catturato l’interesse di Daniela durante i suoi viaggi, soprattutto in quelli al di fuori del caos della città dove ha potuto cogliere momenti di vita campestre.
Così i personaggi raffigurati da Daniela provengono da luoghi remoti e rappresentano: sentimenti, quali l’amore e l’amicizia; ricordi, dipinti sulla tela come dei flash back, sogni, non solo quelli rosei ma anche quelli infranti; angeli che possono tramutarsi in demoni e in uomini e donne che, parafrasando De Crescenzo, possono vivere solo nella loro unione.
Mi soffermo su questa citazione dello scrittore napoletano morto nel 2019 perché Daniela ha deciso di non corredare le sue opere con didascalie o con un titolo, che avrebbero potuto influenzare il fruitore, ma ha scelto delle citazioni di autori della letteratura mondiale per accompagnarlo durante il percorso espositivo e farlo proprio.
In particolare, ho riconosciuto nel motto romeno e tradotto alla lettera la citazione di un noto autore italiano e mio corregionale, Luciano De Crescenzo: «Siamo angeli con un’ala soltanto e possiamo volare solo restando abbracciati», tratta dal suo libro Così parlò Bellavista del 1977.

La mostra di Daniela, che si intitola appunto Nel nostro passaggio, ha rappresentato per me un luogo da vivere, un cammino nell’introspezione attraverso i suoi dipinti e le sue sculture. Ho rivissuto e sognato con Daniela alcuni ricordi di infanzia e di amore, ho rivisto i miei sogni infranti, i miei desideri e le mie paure.
Daniela ha utilizzato con maestria tecniche sia plastiche che pittoriche, così come un bravo scenografo sa fare per creare fondali e scene. In particolare, mi ha colpito la tecnica pittorica di Daniela, che utilizza della vernice per legno su carta, in tutte le sue sfumature, con ritocchi in acrilico per le parti in luce.
La mostra mi ha permesso di diventare da visitatrice, protagonista stessa del percorso espositivo insieme alle opere e, attraverso i flash back di Daniela ho ripercorso e vissuto alcune emozioni che mi hanno accompagnato nella vita.
In fondo alla sala, una quinta teatrale, dove sulla scena compaiono delle sculture in legno e ferro; si conclude così il percorso espositivo, che ho colto come un invito a un’ulteriore riflessione; non è forse la nostra stessa vita teatro, una sceneggiatura in continuo divenire?
Per riprendere le parole dello scrittore e critico Andrei Pleșu, con cui Daniela accompagna la locandina della sua esposizione: «L’identità di un uomo è una variante, un grafico che si sviluppa nel tempo».






























Mariateresa Savastano
(n. 4, aprile 2022, anno XII)