Eccezionale presenza italiana alla XIII edizione del Festival Internazionale di Poesia di Bucarest

Si è conclusa da pochi giorni la XIII edizione del Festival Internazionale di Poesia di Bucarest (FIPB) dell’11-17 settembre 2023. Il festival, cresciuto anno dopo anno, è diventato l'evento del genere più importante in Romania e uno dei più seguiti in Europa. Organizzata dal Municipio di Bucarest attraverso il Museo Nazionale della Letteratura Romena, con il prezioso appoggio del Ministero della Cultura romeno e con il contributo di ben 37 istituzioni (fra cui 15 ambasciate, 7 istituti di cultura stranieri, biblioteche, librerie, musei) e di un numero impressionante di partner media, quest’ultima edizione ha raggiunto un’ampiezza mai vista. Il tema di quest’anno intendeva contraddire il motto ciceroniano (non a caso completato da un punto interrogativo), inter arma silent musae?, ossia si proponeva la meta ambiziosa di affermare la necessità e la forza della poesia e, in genere, della letteratura, di ispirare le arti e la libertà di parola proprio in questo posto e in questo momento quando vicino alla Romania e alla frontiera orientale dell’Europa rimbomba la guerra. I 170 poeti di 27 paesi di quattro continenti, cui si sono aggiunti centinaia di lettori di poesia, hanno animato, in 14  spazi prestigiosi della capitale romena,  gli oltre 50 eventi su temi e in formati diversi come (cito dal programma):  «incontri con poeti, traduttori e editori, letture pubbliche, dibattiti, tavole rotonde, dialoghi, maratone, spettacoli di poesia, spettacoli teatrali, proiezioni di film e concerti, mostre ed eventi dedicati ai professionisti – un programma ampio e denso, costruito nell’ultima metà dell’anno dal team del Museo Nazionale della Letteratura Romena insieme ai partner del progetto: un esercizio di estetica relazionale delle arti, uno spazio di incontri e di riflessione, dove condividere nuove prospettive, dove la scrittura,  accompagnata da jazz, da visioni pittoriche oppure da performance teatrali o cinematografiche, è celebrata come arte». Decine di eventi, alcuni svolti contemporaneamente in diversi spazi. E non posso tacere i nomi dei due maghi che hanno messo in moto questo complesso e generoso ingranaggio: Ioan Cristescu, direttore del Museo Nazionale della Letteratura Romena, iniziatore e direttore del Festival, che ha trasformato tale museo in un generatore di eventi e di cultura, e il poeta Dinu Flămând, direttore artistico del Festival e moderatore plurilingue di tutti gli incontri con i poeti di lingue romanze, e che, conosciuto in tutto il mondo, calamita da anni  importanti poeti stranieri al festival. Aggiungo che gli eventi enumerati, ciascuno svolto davanti a un pubblico inaspettatamente numeroso, sono stati integrati da due progetti, secondo me, di grande rilevanza e opportunità per la diffusione della poesia e per la formazione alla lettura del pubblico in genere e, particolarmente dei giovani:  la Fiera Nazionale del Libro di Poesia, che ha raccolto un gran numero di volumi di poesia apparsi di recente in Romania, volumi che di solito, nelle librerie, sono pochi,  sparsi e posti in angoli appartati; e l’incontro di alcuni poeti con studenti di vari licei bucarestini, incontro che, se bene preparato, può educare come niente altro alla lettura, all’amore per la poesia,  e può sviluppare la sensibilità e l’appetito dei giovani – che in genere leggono poco e scrivono sui telefonini – di usare la lingua in tutta la sua ricchezza. Non voglio dimenticare l’eccezionale (e di non facile realizzazione) iniziativa degli organizzatori di proiettare sul grande schermo, dietro ai parlanti, la traduzione in romeno e in inglese di tutte le poesie lette dagli invitati stranieri. Chiudo questa introduzione generica con una riverenza a tutti quelli che hanno reso possibile una tale breccia culturale nella nostra trita quotidianità.   

La partecipazione italiana al Festival è esordita sin dalla cerimonia di apertura, svolta nell’elegante aula della Biblioteca Universitaria di Bucarest, con il breve ma puntuale discorso di Laura Napolitano, Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest. Il suo discorso ha rilevato la capacità della poesia, e della cultura in genere, di costruire ponti fra i popoli e di definire, tramite dialogo, tanto l’identità quanto la diversità del mondo contemporaneo. Ma la presenza italiana ha avuto un protagonista, un grande poeta italiano, Milo De Angelis.

Invitato dagli organizzatori del Festival e venuto grazie alla generosità dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, Milo De Angelis, autore di nove volumi di versi, tradotto in molte lingue di molti paesi, inclusa la Romania, ha partecipato a ben sei eventi del Festival a lui dedicati. Proprio nella cerimonia di apertura del Festival, la sera dell’11 settembre, gli è stato assegnato il prestigioso premio di poesia «Tudor Arghezi», con una brillante laudatio pronunciata da Dinu Flămând, tra gli applausi del pubblico.  Il giorno dopo, martedì 12 settembre, nel bel giardino del Museo Nazionale della Letteratura Romena – luogo ormai tradizionale di letture di poesia – il pubblico, numeroso come sempre, ha assistito a un doppio lancio: l’antologia bilingue di poesie di Milo de Angelis In apnea / În apnee, appena uscita nella nota collana Biblioteca Italiana della casa editrice Humanitas di Bucarest, nella traduzione di Aurora Firța-Marin e Dana Barangea, e il volume bilingue di poesia di Dinu Flamând, Om cu vâslă pe umăr/ Uomo con remo in spalla, pubblicato recentemente dalla casa editrice Raffaelli di Rimini, nella traduzione di chi scrive. Alla presentazione, oltre agli autori, sono intervenute le tre traduttrici nonché l’editore Walter Raffaelli, grande conoscitore della poesia contemporanea internazionale: i due volumi e i loro autori sono stati presentati al pubblico dalle traduttrici, dopo di che si è dialogato sulle similitudini fra le due poetiche e i poeti hanno letto nella propria lingua dalle poesie dei rispettivi volumi, e le stesse poesie sono state poi lette in traduzione. La grande sorpresa è stata la lettura in italiano di alcune delle poesie del volume di Dinu Flămând fatta dall’editore Raffaelli con un talento e un’arte insospettabile. Per me, che vi partecipavo (ma forse non solo per me) è stata una serata magica.

Il 13 settembre, terzo giorno del Festival, presso la libreria Cărturești – reputato luogo di incontri culturali – un’altra serata magica: il dialogo fra Ana Blandiana, (la grande signora della poesia romena, che non ha bisogno di presentazione), Milo De Angelis e Bruno Mazzoni, il massimo romenista vivente, intorno al volume della Blandiana, Variazioni su un tema dato, volume dedicato al ricordo del marito, Romulus Rusan, apparso nella traduzione di Bruno Mazzoni presso la casa editrice Donzelli di Roma nel 2023 (presentato poi anche alla XXII edizione del festival "I Dialoghi di Trani", 21-24 settembre 2023, con la Romania come paese ospite, sotto l'egida dell'Istituto Culturale Romeno di Bucarest). Oltre al dialogo sulla poetica di questa tappa creativa di Blandiana, i due poeti non solo hanno letto dalle proprie poesie nella propria lingua, ma si sono offerti cortesemente a leggere nella propria lingua le traduzioni, così che il pubblico ha avuto la sorpresa di ascoltare due voci inconfondibili e due interpretazioni uniche della poesia di ciascuno dei due. E perché la gentilezza e la grazia di Ana Blandiana sono ben conosciute ovunque, voglio aggiungere che Milo De Angelis, uomo piuttosto solitario e taciturno, in tutto questo tempo si è aperto a noi, che lo guardavamo e ascoltavamo «in apnea», con una generosità, disponibilità e affettuosità tanto eccezionali quanto inaspettate.

Nei giorni successivi Milo De Angelis è stato invitato a leggere dal recente volume bilingue e a dialogare con gli studenti di tre licei di Bucarest dove si studia l’italiano in modo intensivo, il Collegio Nazionale «Ion Neculce», il Liceo Teoretico «Dante Alighieri» e il Liceo Linguistico Italiano «Aldo Moro»: più preparato e dunque più utile, l’incontro al «Neculce», dove gli studenti, già a conoscenza della poesia dell’autore, hanno seguito con più attenzione e maggior profitto la lettura e il dialogo, insufficientemente preparato e male gestito l’incontro al «Dante», ed eccellente l’incontro organizzato dal liceo «Aldo Moro», dove il dialogo del poeta con gli studenti e con i professori è stato consistente, la lettura delle poesie recepita con sensibilità ed empatia. Secondo me tali incontri con i giovani potrebbero e dovrebbero essere il maggior frutto del Festival di Poesia di Bucarest, di ogni festival di poesia. Perché il contatto diretto con un poeta e la sua poesia in un’età in cui si formano la personalità, la sensibilità ma anche la cultura e la lingua di un giovane apre, da una parte, a lui orizzonti e possibilità inesplorate, e dall’altra, crea il futuro pubblico della poesia. Voglio dire che, fra tutti gli eventi organizzati intorno alla presenza di Milo De Angelis i più producenti e lungimiranti del Festival potevano essere proprio questi incontri – laddove si è capito la loro importanza e si è agito di conseguenza. Il fatto che non si è capito sempre e in ogni sede il significato di un tale incontro deve essere una lezione: per gli organizzatori del Festival che, sopraffatti dalle dimensioni del meccanismo da loro messo in moto, non hanno annunciato sufficientemente e tanto meno tallonato questi preziosi incontri; per la direzione e per i docenti dei licei che, nell’interesse della nuova generazione, dovrebbero dedicare un’attenzione speciale a tali eventi;  a tutti noi, che prestiamo attenzione al Festival e vi collaboriamo in un modo o in un altro, dico: tale esperienza va ripetuta, senza dubbio, solo che va preparata e organizzata affinché produca risultati a lungo termine.
Concludo con una promessa: dato che una conseguenza basilare della presenza al Festival del poeta Milo De Angelis è l’esistenza oggi di un suo libro di poesie in lingua romena, nel prossimo numero della nostra rivista intendo presentarlo ai nostri lettori romeni e offrire loro alcune poesie in traduzione.










Smaranda Bratu Elian
n. 10, ottobre 2023, anno XIII)

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