«Mettiti al mio posto». Contest letterario alla terza edizione

Quale potrebbe essere il valore aggiunto di un concorso letterario tematico se non l’incanalare autori disposti a uscire dalla loro zona di confort? Oggi non vi presentiamo un classico concorso per esordienti (o veterani) che devono dimostrarsi abili padroni delle regole letterarie in senso largo con lo scopo di vedere le loro opere pubblicate oppure di ottenere un premio prestigioso. Oggi diamo spazio a un concorso letterario originale che cerca autori disposti a immedesimarsi in una donna vittima di violenza. Che siate autori già consacrati, esordienti ambiziosi o semplicemente amatori della scrittura, ecco – la sfida è scendere dalle vostre scarpe comode e indossarne un paio stretto, con lo scopo di prestare i vostri piedi, in modo astratto, a una persona che fa fatica a camminare. Servono autori che vogliono prestare la loro voce e penna alle numerose vittime di violenza. Perché il grave fenomeno della violenza contro le donne purtroppo è ancora nei numeri e sotto i riflettori. Si tratta di un fenomeno che non ha cittadinanza, né luogo di nascita, cambia spesso lingua e razza, non bada a posizione sociale o livello di ricchezza – si sposta silenziosamente ma con grande libertà. Il contest letterario Mettiti al mio posto spera di intercettare questo fenomeno, congelarlo per un attimo nelle vostre creazioni letterarie, per poi smascherarlo davanti a tutti.

Il contest è stato concepito dall’associazione piemontese Mu.S.E., che sta per Multicultura, Solidarietà, Emancipazione attraverso l’Arte, ed è partito a Chieri nel fatidico 2020, quando il fenomeno della violenza sulle donne è aumentato in concomitanza all’emergenza sanitaria. Da allora si tiene ogni anno sfidando chiusure e restrizioni. Non si ferma alle premiazioni, ma si propone nelle scuole superiori e nei convegni. Insomma, se ne parla. Le donne che rappresentano Mu.S.E. continuano a tessere e ad aumentare la rete che si fa portavoce di altre donne, con la speranza di offrire una sfaccettatura nuova di questo fenomeno preoccupante. Cultura attraverso l’arte, promozione sociale attraverso letteratura – obiettivi non solo a livello accademico, ma alla portata di tutti noi.

Al contest sono invitati tutti, donne e uomini, purché maggiorenni e madrelingua italiani o romeni. Tre sono le sezioni nelle quali si possono cimentare gli autori: racconto, poesia e slogan.  L’iscrizione è gratuita e il termine limite per spedire gli elaborati è il 31 ottobre 2022. Per leggere il bando completo e il regolamento del contest Mettiti al mio posto! Edizione 2022 visitare il websito.



In seguito vi proponiamo un’intervista con Norma Carpignano, fondatrice principale del gruppo Mu.S.E. e ideatrice del progetto sulla violenza contro le donne. Torinese (1964), scrittrice, copy writer e redattrice freelance, docente di scrittura creativa e bioscrittura, ha fondato 25 anni fa lo studio di redazione testi Verba Manent. Ha maturato esperienze di danza e teatro, si è occupata per anni di laboratori di teatro, percorsi di teatro-terapia e arte-terapia nelle scuole e in ambito sociale, membro da diversi anni del Comitato Pace e Cooperazione del Comune di Chieri e collaboratrice con la Casa delle Donne di Poirino per le attività artistiche.
Secondo le sue dichiarazioni, sta convogliando le sue esperienze poliedriche nei programmi di associazione poiché ritiene che fare volontariato sia non solo mettersi a disposizione per le necessità altrui, ma condividere le proprie esperienze e conoscenze, in uno scambio reciprocamente arricchente.

 

Come è nato il progetto Mettiti al mio posto e quali erano i vostri obiettivi?

Il Progetto Voglio stare al mio posto è nato nel 2018, pochi mesi dopo la nascita dell’Associazione, i nostri partner sono stati il centro antiviolenza di Chieri, le associazioni Postoccupato.org e Inquantodonna.it e il Corriere di Chieri come Media Partner. La nostra è un’associazione al femminile e tra le fondatrici c’era anche chi aveva già esperienze precedenti in ambito di informazione e contrasto alla violenza sulle donne. Poiché l’emancipazione femminile e la solidarietà sono tra i cardini del nostro Statuto, era stato per noi naturale pensare a un’iniziativa di questo genere. Poiché usiamo le attività artistiche per i nostri obbiettivi, abbiamo utilizzato l’arte come strumento di comunicazione sociale. Abbiamo quindi richiesto alle cittadine del nostro territorio di creare dei ritratti femminili ispirati alle vittime di violenza, come prima parte del progetto, definita Mettiti al mio posto!. Sono arrivati nella prima edizione oltre 60 disegni e dipinti, che sono stati poi esposti in una mostra e utilizzati anche per la seconda fase del progetto, cioè gli interventi nelle classi quinte del locale liceo Monti per un’attività di informazione, in collaborazione con il Centro Antiviolenza locale. Queste prime due fasi sono state costanti per le prime due edizioni, terminate nel 2018 con un convegno con rappresentanti dei Centri Antiviolenza e delle forze dell’ordine, e nel 2019 con lo spettacolo Donne di sabbia, sui femminicidi al confine del Messico. Nel 2020 abbiamo deciso di sostituire la prima parte con un contest letterario, che ha assunto sempre il nome Mettiti al mio posto e che prevede, tra i premi, l’omonimo riconoscimento al racconto o poesia che meglio esprime l’immedesimazione nel ruolo di una vittima. I premi per le varie sezioni sono stati e saranno dei libri, perché la finalità del contest non è di tipo «editoriale», per scoprire nuovi autori, ma «sociale», per diffondere informazioni e più in generale condividere sensibilità ed esperienze per mezzo della parola scritta.
Dal 2020 purtroppo la pandemia non ci ha più consentito di realizzare gli interventi nelle scuole, non sappiamo ancora se riprendere o cambiare questa parte del progetto.
Lo spettacolo finale del 2020, Manutenzioni uomini a nudo (tratto dal libro inchiesta della giornalista Monica Lanfranco) sospeso anch’esso per la pandemia, è stato realizzato poi nel novembre 2021, per la quarta edizione del progetto. Per l’edizione 2022, che sarà la quinta, stiamo preparando un reading spettacolo sul dialogo tra uomo e donna, che sarà presentato dal nostro gruppo di lettura espressiva e da alcuni uomini cittadini di Chieri tra quelli che già parteciparono come lettori allo spettacolo dello scorso anno: il titolo è Con-vers-Azioni.

Qual è stata la ricezione e la partecipazione al contest letterario? Avete avuto sorprese?

La partecipazione al contest letterario è stata aperta a tutti, uomini e donne, e a titolo gratuito, fin dalla prima edizione. Non sapevamo come sarebbe andata. Avevamo previsto più sezioni: racconti, poesia e slogan, per dare maggiori possibilità di espressione. La sezione slogan in particolare era stata pensata per gli studenti del liceo, ma purtroppo erano ancora in modalità di didattica a distanza e quindi non c’è stata da parte loro la sperata partecipazione. Abbiamo avuto invece una risposta superiore alle nostre aspettative da parte degli uomini, sia per i racconti sia per le poesie, con contenuti significativi. In particolare ci ha positivamente colpite la partecipazione di due uomini attualmente detenuti presso il carcere Lorusso e Cutugno che hanno inviato in entrambe le edizioni alcuni componimenti poetici nell’ambito del loro percorso di riabilitazione, e hanno ottenuto premi e riconoscimenti.

L'edizione 2022 presenta la novità della sezione in lingua romena; cosa vi ha motivato per annunciare questa proposta originale e quali sono le vostre speranze?

Arrivano dalla Romania alcune donne nostre socie e altre che hanno collaborato in questi primi quattro anni a nostri progetti artistici. Insieme a Corina Olar (socia fondatrice, fa parte anche del gruppo di lettura espressiva che legge i lavori classificati durante la cerimonia di premiazione) abbiamo riflettuto sul fatto che a Chieri c’è una corposa comunità di persone e famiglie provenienti dalla Romania, e che probabilmente alcune donne avrebbero anche partecipato volentieri al contest, ma sono state frenate finora dalla limitata conoscenza dell’italiano scritto (in diverse, invece, avevano contribuito senza problemi alle prime edizioni del progetto «Voglio stare al mio posto» con i loro disegni). Grazie alla collaborazione con l’associazione Italo-Romena Ovidio, abbiamo individuato la possibilità di avere in giuria persone madrelingua e quindi la possibilità di offrire una valutazione corretta di testi che alle precedenti giurie avrebbero creato problemi di traduzione.
Finora la giuria era composta da una rappresentante dell’associazione MU.S.E., una professionista legata ai Centri antiviolenza, una rappresentante del Comune di Chieri e una giornalista del Corriere di Chieri.
La formazione della giuria di quest’anno non è ancora stata del tutto definita, ma sarà una giuria mista italo-romena, proprio in virtù di questa innovazione, che speriamo apra nuovi spazi di confronto e interazione tra le diverse culture, ma soprattutto sia un ulteriore contributo per l’obbiettivo del progetto, che al di là della «qualità» letteraria, che finora è stata comunque apprezzabile, è quello di coinvolgere e sensibilizzare più persone possibili.












A cura di Irina Niculescu
(n. 9, settembre 2022, anno XII)