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Call for papers della rivista «Krypton» n. 4/2014 sul tema Denaro
Il denaro, in quanto è il mezzo e il potere esteriore, cioè nascente non dall'uomo come uomo, né dalla società umana come società, in quanto è il mezzo universale e il potere universale di ridurre la rappresentazione a realtà e la realtà a semplice rappresentazione, trasforma tanto le forze essenziali reali, sia umane che naturali, in rappresentazioni meramente astratte e quindi in imperfezioni, in penose fantasie, quanto, d'altra parte, le imperfezioni e le fantasie reali, le forze essenziali realmente impotenti, esistenti soltanto nell'immaginazione dell'individuo, in forze essenziali reali e in poteri reali. Già in base a questa determinazione il denaro è dunque l'universale rovesciamento delle individualità, rovesciamento che le capovolge nel loro contrario e alle loro caratteristiche aggiunge caratteristiche che sono in contraddizione con quelle.
[Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici, 1844]
Nella prospettiva interdisciplinare che caratterizza la rivista, il quarto numero di «Krypton» si propone di analizzare il rapporto tra denaro, potere e rappresentazioni sociali.
Gli articoli, redatti in una delle lingue previste da «Krypton» (francese, inglese, italiano, portoghese, romeno, spagnolo) dovranno essere inviati entro il 10 luglio 2014 al seguente indirizzo di posta elettronica: krypton@uniroma3.it
Gli articoli saranno sottoposti a peer-review da parte di due referees anonimi e l’esito della valutazione sarà comunicato entro 6 settimane dalla ricezione dell’articolo.
I contributi – che non potranno superare le 35.000 battute spazi inclusi – dovranno rispettare le norme redazionali della rivista.
La rivista è consultabile al seguente link: http://ojs.romatrepress.uniroma3.it/index.php/krypton
Riportiamo qui sotto il testo incluso nel comunicato diffuso per il call for papers.
I soldi mutano la fedeltà in infedeltà, il vizio in virtù, il disonore in eroismo e, proprio perché hanno la facoltà di trasformare la rappresentazione in realtà e la realtà in semplice rappresentazione, sono il supremo vincolo su cui si fonda l’ordine delle finzioni.
Comprare, vendere, rubare, truffare, ereditare, prestare, donare, speculare, corrompere e tradire. Il potere del denaro è sostanzialmente illimitato e finisce col sovrapporsi al potere di chi lo possiede, determinando inevitabilmente anche la rappresentazione del denaro stesso. Avere denaro oppure non averne corrisponde ad avere potere o esserne privo. Allo stesso modo, è il potere d’acquisto a condizionare ogni rappresentazione, sociale o individuale.
D’altro canto il denaro, in quanto base dell’economia monetaria, è uno dei pilastri dello sviluppo istituzionale dell’Occidente europeo. Il governo della giustizia, nella sua articolazione tra foro interiore e foro esterno, i sistemi politici sempre più secolarizzati e il mercato hanno costituito per l’Europa un sistema coerente al cui interno sono nati i diritti umani, le libertà costituzionali, il capitalismo industriale, elementi cardine di un sistema europeo che ha dominato per secoli sugli altri sistemi politico-economico-giuridici e che ancor oggi si ritiene lecito esportare e/o imporre. Il peso e i significati culturali e finanche religiosi che ogni società attribuisce al denaro, al profitto, al prestito ad interesse e alla ricchezza, così come alla mancanza di denaro e di mezzi di sussistenza, sono del resto unici – come l’antropologia economica, dagli studi di Karl Polanyi in poi, ci ha ampiamente mostrato. Il capitalismo mercantile, caratterizzato da una sottovalutazione di fattori come i legami sociali, la reciprocità, il dono e i meccanismi di compensazione, è il prodotto di una specifica cultura e di una precisa fase storica e non un dato assolutizzabile.
(n. 6, giugno 2014, anno IV)
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