La Romania alla XIV Mostra Internazionale di Architettura, Biennale di Venezia Nell'ambito del nuovo partenariato avviato dalla nostra rivista con l'Istituto Culturale Romeno di Bucarest, segnaliamo la partecipazione della Romania alla XIV Mostra Internazionale di Architettura – la Biennale di Venezia, in programma fino al 23 novembre 2014, con due progetti espositivi: Site Under Construction, presentato nel padiglione della Romania ai Giardini della Biennale, e Exploring Identity_the Nomad Archives, presentato nella Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia (Cannaregio 2215-30121).
Autori: Mihai Sima, Andreea Iancu, Raluca Sabău, Stejara Timiș, Anca Trestian L’assimilazione del modernismo, nell’Est Europa, è stato un processo divergente collegandosi ad eventi socio-politici tumultuosi e contraddittori. Lo spazio urbano ha sofferto destrutturazioni successive causate da massicce inserzioni industriali, con conseguenze dirette a livello urbano-demografico. Partecipanti: Emil Ivănescu, Laura Iosub, Olivia Zahalca, Carmen Tănase, Loredana Mihali, Marius Danciu L’archivio nomadico è una metafora dell’architetto nomade e globale che lavora ovunque nel mondo ma porta all’interno di se stesso archivi di architettura soggettivi che abbinano la storia al presente, i sentimenti modernisti alla malinconia tradizionalista. Tra un discorso ufficiale e involontario sull’identità, l’architettura prova ad esibire tutti questi processi d’identità. La modernità quale identità esprime gli inizi di una cultura sincronica con i propri tempi. Fra tradizionalismo e avanguardia, oriente e occidente, il modernismo romeno è, prima di tutto, un esperimento identitario, un fenomeno epidermico. La ricerca propone due argomenti interconnessi, uno sui padiglioni nazionali quali processi ufficiali d’identità e, il secondo, sulle trans-architetture quali modalità di sospensione e trasgressione dell’identità. La fonte di ricerca è l’Archivio Romeno della Stampa d’Architettura, dal 1906 ad oggi. Le istallazioni sono dedicate a Nicolae Iorga, l’umanista tradizionalista al quale è dovuto il padiglione della Romania dei Giardini, ed a Tristan Tzara, il fondatore del movimento di avanguardia dadaista, i quali definiscono la cultura della diaspora. Sia le tradizioni che l’avanguardia creano un panorama completo della modernità romena, durante l’intero percorso del XX secolo. Per meglio raccontare la storia, invitiamo i visitatori a sottoporsi all’esperimento di neuro-architettura all’interno del padiglione: quanto il vostro cervello è tradizionalista e quanto è modernista – una performance sia ironica che scientifica. Finanziatori
(n. 7-8, luglio-agosto 2014, anno IV) |