Segnali di lettura: Mariana Istrate, «Strategie denominative in letteratura»

Composto da undici capitoli, un indice dei nomi, un indice degli autori citati e un indice delle opere citate, il libro di Mariana Istrate Strategie denominative in letteratura (161 pagine) è uscito con i tipi delle Edizioni ETS, a Pisa, nel 2012, ma noi ce ne siamo imbattuti con ritardo cospicuo, scusandoci per questo. Però, ne è veramente valsa la pena, come proveremo a spiegare nelle presenti righe.

Utile, non soltanto agli addetti ai lavori del settore della ricerca sull'onomastica, ma addirittura per ogni singolo interessato al fenomeno letterario, in senso lato, il volume affronta problematiche quali tassonomia degli pseudonimi, percorsi denomastici con riferimento alla lingua italiana e al romeno, le peculiarità dei nomi propri di animali nel testo letterario romeno, la toponomastica transilvana e via dicendo, non senza aver tracciato dei necessari percorsi teorici costellati da opinioni emesse da Nicola Zingarelli, Albert Dauzat, Bruno Migliorini, Carlo Tagliavini, Gérard Genette, Alexandru Graur, Gaston Bachelard, Boris Cazacu, Ioana Em. Petrescu, Umberto Eco, Gianfranco Contini, Tzvetan Todorov, Gabriella Contini, Mircea Muthu, Enzo La Stella, Doina Bogdan-Dascălu, Kerstin Jonasson, Georges Kleiber, per citare soltanto una modica parte dei tantissimi autori consultati.

Ampio e proficuo spazio è dedicato, nel quinto capitolo, ai nomi dati dagli scrittori romeni al diavolo (sostantivo oggetto di tassativa interdizione di vocabolario), usando eufemismi e simbonimi. Con pazienza certosina, Mariana Istrate riesce a identificarne oltre un'ottantina!

Opere di altissimo significato come il poema eroicomico Ţiganiada (La Zingareide) di Ion Budai Deleanu, il romanzo Ion di Liviu Rebreanu, Luntrea lui Caron (La barca di Caronte) di Lucian Blaga, La Divina commedia dantesca, La coscienza di Zeno di Italo Svevo danno spunto a valide osservazioni, cosa messa in luce pure dalla professoressa pisana Maria Giovanna Arcamone, che firma la pertinente premessa del volume.

Consigliamo la lettura di questo libro da prendere seriamente in considerazione nel nome del comparativismo che interessa due culture romanze di pregnante significato: la prima lingua nata dal ceppo latino e la più recente, cioè  la lingua di Dante Alighieri e la lingua di Mihai Eminescu.


Viorica Bălteanu
(n. 2, febbraio 2014, anno IV)