«Il tempo e lo spazio nella lingua e nella letteratura italiana». Atti del Convegno

Il volume Il tempo e lo spazio nella lingua e nella letteratura italiana. Atti dell’VIII Convegno internazionale di italianistica dell’Università di Craiova, 16-17 settembre 2016, pubblicato nel 2018 dalla prestigiosa Franco Cesati Editore di Firenze, per le cure della la prof.ssa Elena Pîrvu, raccoglie, come leggiamo nella premessa del volume, firmata dalla stessa curatrice, le relazioni più rappresentative presentate in occasione del succitato convegno giunto alla sua VIII edizione e organizzato come sempre presso l’Università di Craiova nel 2016.
Si tratta di un volume strutturato, nell’ordine, nelle seguenti sezioni: linguistica (pp. 17-278), didattica dell’italiano (pp. 281-315), letteratura (pp. 319-641). Gli autori dei contributi sono docenti, ricercatori, dottorandi o collaboratori di università dell’Austria, Belgio, Bulgaria, Corea del Sud, Egitto, Svizzera, Grecia, Italia, Polonia, Slovacchia, Spagna, Ungheria e Romania.
Iniziamo, quindi, con i contributi di carattere linguistico presentati nelle sessioni plenarie del convegno. Nel contributo di Francesca Malagnini, professoressa presso l’Università per Stranieri di Perugia, intitolato Dal continuo narrativo al discreto dell’immmagine: Manzoni e Gonin (pp. 137-160), sono analizzate alcune delle 443 illustrazioni eseguite da Francesco Gonin che arricchiscono l’edizione «quarantana» de I promessi sposi di Alessandro Manzoni. La conclusione a cui arriva l’autrice è che «[l]eggere il romanzo senza illustrazioni significa privare il testo di un complemento molto significativo, che non tiene conto della volontà ultima dell’autore» (p. 159).
Nel contributo di Immacolata Tempesta, professoressa presso l’Università del Salento di Lecce, dal titolo Il tempo verbale in italiano. Stabilità e variazioni (pp. 231-242), vengono analizzati gli esempi più importanti delle variazioni diatopiche, diastratiche, diamesiche e diafasiche «che non si possono considerare esclusivamente diastratiche, o diatopiche, o diamesiche o diafasiche, ma interessano, oggi, più varietà. L’analisi riguarda, in particolare, a) il presente, b) l’imperfetto, c) il perfetto dell’indicativo” (p. 232), «i tempi significativamente interessati da una certa variabilità» (p. 240).
Gli altri contributi pubblicati nella sezione linguistica del volume sono: Mirela Aioane, Forme della deissi personale, temporale e spaziale nella lingua della pubblicità(pp. 17-24), Sherif Abo Almakarem, Apporto dell’imperfetto alla realizzazione del discorso indiretto libero in Gli indifferenti di Alberto Moravia (pp. 25-36), Mirona Bence-Muk, Cronotopi e modelli cronotopici nella letteratura concentrazionaria: Primo Levi e Lena Constante (pp. 37-46), Alessandro Bitonti, Unità e variazione linguistica nella Scienza in cucina di Pellegrino Artusi (pp. 47-58), Nedda Boyadzhieva, L’aspetto fisico dell’uomo nei paragoni fissi italiani (pp. 59-68), Marco Carmello, Scansioni: il tempo dell’ottava (pp. 69-86), Paolo Di Vico, Etica e lingua nella cultura dell’Umanesimo napoletano: l’opera di Giovanni Pontano (pp. 87-94), Oana-Adriana Duță, Motivare intrinsecă şi motivare extrinsecă în frazeologia a trei limbi romanice (pp. 95-104), George Dan Istrate, Percorsi denominativi nello spazio delle arti visive italiane. Con riferimento alla scultura, dal Gotico al Neoclassicismo (pp. 105-120), Mariana Istrate, Un atteggiamento denominativo progettuale e ludico nello spazio italiano: gli pseudonimi dei cruscanti (pp. 121-136), Marco Mazzoleni, «Ormai piangevo» = ‘Stavo (quasi) per piangere’: l’imperfetto imminenziale e l’avverbio ormai nell’italiano parlato di Romagna (pp. 161-172), Claudio Nobili, Le categorie dello spazio e del tempo nella redazione del Gestibolario italiano (pp. 173-182), Paolo Orrù, Lo spazio urbano e il conflitto etnico nell’Italia contemporanea (pp. 183-196), Mihaela Popescu, Il futuro concessivo romanzo, un marcatore polifonico, evidenziale e/o inferenziale (pp. 197-208), Anna Rinaldin, «De qua» e «de là da mar». Questioni filologiche e rarità lessicali dalle carte mercantili di Pignol Zucchello (1336-1350) (pp. 209-218), Izabela Anna Szantyka, Alcune riflessioni sugli aggettivi deittici di tempo e di spazio in italiano (pp. 219-230), Antonio Venturis, La selezione di testi italiani per il controllo della comprensione scritta: indicatori di livello linguistico e di difficoltà(pp. 243-258), Roberto Vetrugno, La lingua cortigiana in Europa: il carteggio di Isabella d’Este Gonzaga con Bona Sforza regina di Polonia (pp. 259-270), e Marinela Vrămuleț, Espressioni idiomatiche riferite ai rapporti spaziali (pp. 271-278).
La sezione didattica dell’italiano (pp. 281-315) comprende i lavori: Silvia Madincea Paşcu, La donna e lo spazio domestico ed extra-familiare nei proverbi italiani e inglesi (spunti didattici) (pp. 281-290), Luca Rossi - Pietro Lucisano, L’importanza della scrittura secondo gli studenti sedicenni: primi risultati di un’indagine (pp. 291-301), e Patrizia Sposetti, La didattica della scrittura all’università è inutile? Una indagine sulle produzioni scritte e sulle percezioni di studenti iscritti al primo anno di laurea magistrale in Pedagogia e Scienze dell’Educazione e della Formazione all’Università di Roma La Sapienza (pp. 303-315).

Passando alla sezione letteratura (pp. 319-641) del volume che presentiamo, ci soffermiamo in special modo sui contributi presentati nelle sessioni plenarie del convegno. Smaranda Bratu Elian, professoressa presso l’Università di Bucarest, in conclusione del suo Spazio e tempo nei Paralipomeni alla Batracomiomachia di Giacomo Leopardi – alcune considerazioni (pp. 381-390), afferma che «i Paralipomeni avverano, sì, la dichiarazione fatta a Fanny nella lettera del 1831, ma che per avverarla, contemporaneamente e paralellamente alla Ginestra, Leopardi ha intrapreso un’altra grande sintesi di tutto il suo operato, ma in un altro registro» (p. 390).
Alfredo Luzi, professore presso l’Università di Macerata, analizza, come recita il titolo del suo contributo, Il tempo negli Ossi di seppia di Montale (pp. 519-527), giungendo alla conclusione «che Montale vuole che la parola acquisti una pura esattezza, che si trasformi in cifra. In tal modo essa esaurirà la sua fisicità e si porrà come simbolo immobile di un’immobile esistenza: quella cantata negli Ossi di seppia» (p. 526).
Gli altri contributi pubblicati in questa sezione del volume sono: Antonio Allegra, I viaggiatori nel tempo. Scrittori e letterati alla prova dell’Italia (pp. 319-328), Silvia Argurio, Tempo e spazio nella sestina dantesca (pp. 329-339), Antonio Giuseppe Balistreri, Scrittura letteraria e lingua nazionale in Giacomo Leopardi (pp. 341-347), Daniela Bombara, La provincia italiana come spazio distopico nella narrativa di Maria Messina (pp. 349-364), Lucilla Bonavita, I fiumi dell’Inferno dantesco: tra mitologia e rivisitazione (pp. 365-372), Oana Boşca-Mălin, Da dove viene e quanto si ferma? L’immagine del migrante romeno nella letteratura italiana recente (pp. 373-380), Miruna Bulumete, Il simbolismo spazio-temporale nelle novelle di Arturo Loria (pp. 391-399), Remo Castellini, Luoghi e città simbolo del fronte meridionale della Grande Guerra ’15 -’18 (pp. 401-412), Ionela Chiru, Aspecte metafizice ale irealului pasolinian. Transfigurarea timpului și spațiului în romanul parabolă Teorema (pp. 413-418), Maria Pina Cirillo, L’India esotica di Guido Gozzano (pp. 419-431), Iuliana David, Luoghi e meccanismi di passaggio nella narrativa di Dino Buzzati (pp. 433-441), Ciro De Angelis, Temi e testi precursori del femminismo italiano in «La donna», rivista d’avanguardia dell’italia postunitaria (pp. 443-456), Monica De Rosa, Capitoli berneschi nella Spalato del Settecento: su alcuni inediti burleschi di Giulio Bajamonti (pp. 457-469), Florica Duță, Una giornata di Luigi Pirandello: simbolico bilancio di una vita soggetta all’inesorabile e repentino incalzare del tempo (pp. 471-476), Antonio Biagio Fiasco, La Sicilia come metafora e l’eterotopia in Sciascia, Bufalino e Consolo (pp. 477-492), Daniela Ianeva, Il motivo del bosco nel Decameron di Giovanni Boccaccio (pp. 493-501), Carmela  Lucia, Il “pàthos della distanza” e  le negligenze dorate del romanzo La notte dei due silenzi di Ruggero Cappuccio (pp. 503-518), Mirco Michelon, Una sfida costante: Goethe e Faust nella creazione letteraria di Edoardo Sanguineti (pp. 529-535), Sara Murgia, Aspetti misteriosi, simbolici, decadenti e fiabeschi nello spazio e tempo di Nel regno della pietra, Macchiette e Memorie infantili di Grazia Deledda (pp. 537-547), Gabriele Ottaviani, Nuovi tempi e nuovi spazi nella narrativa di Antonio Moresco: L’addio (pp. 549-554), Moonjung Park, L’India come “spazio immaginario” in Pasolini, Moravia e Tabucchi (pp. 555-562), Armando Rotondi, Il tempo e lo spazio, tra fantastico e meraviglioso, in Giambattista Basile e Carlo Gozzi nell’interpretazione della fiaba di Matilde Serao (pp. 563-573), Gabriela Rusu-Păsărin, Singurătatea – paradigmă a spațiului în povestirile lui Giuseppe Tomasi di Lampedusa (pp. 575-581), Anna Maria Saba, Il tempo e lo spazio sulla scena di Trovarsi di Luigi Pirandello (pp. 583-594), Lavinia Similaru, Roma, culminare a anevoiosului periplu în două romane spaniole din Secolul de Aur (pp. 595-604), Barbara Stagnitti, Gli spazi di Feliciana nella novella Il posto dei vecchi di Ada Negri (pp. 605-614), Francesca Valentini, La sessualità come chiave d’accesso alla realtà. Una riflessione su Petrolio di Pier Paolo Pasolini (pp. 615-627), Ida Libera Valicenti, Il tempo e lo spazio di Italia e Romania ne Il Manifesto Nazionale Fascista italo-romeno di Elena Bacaloglu (pp. 629-642).

Concludiamo la nostra presentazione ricordando che la curatrice Elena Pîrvu è anche autrice della traduzione in italiano dell’articolo di Mihaela Popescu, Il futuro concessivo romanzo, un marcatore polifonico, evidenziale e/o inferenziale (pp. 197-208).



Ramona Lazea
(gennaio 2019, anno IX)