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Alla ricerca della terra promessa. Gli Italiani di Romania
Nell'ambito del progetto interdisciplinare Presenza italiana nel Banato della nostra rivista, avviato da Afrodita Carmen Cionchin in collaborazione con lo storico Ionel Cionchin, segnaliamo il volume În căutarea tărâmului promis. Italienii din România (‘Alla ricerca della terra promessa. Gli Italiani di Romania’), a cura di Bokor Zsuzsa.
Il volume è apparso, in condizioni grafiche eccezionali, nel 2017, nella Collana Minoranze (curata da Bokor Zsuzsa e Horváth István) della Casa Editrice dell’Istituto per lo Studio dei Problemi delle Minoranze Nazionali (ISPMN) di Cluj-Napoca.
Come scrive Bokor Zsuzsa nell’Introduzione, il volume «è nato nel quadro di un progetto ISPMN intitolato La monografia delle minoranze della Romania. Il progetto ha avuto come scopo l’elaborazione di alcune descrizioni della situazione delle minoranze etniche della Romania, l’attualizzazione di alcuni studi tematici (la storia, la demografia della minoranza) e la realizzazione di alcune sintesi dei lavori scientifici già esistenti, rispettivamente l’elaborazione di nuovi studi tematici (le forme di conservazione delle tradizioni popolari, le nuove diaspore)» (p. 6).
Il volume propriamente detto è preceduto da una Introduzione (pp. 6-7), firmata da Bokor Zsuzsa, curatrice del volume, e da un capitolo di Considerazioni introduttive (pp. 8-12), firmato da Ion Cârja, professore associato alla Facoltà di Storia e Filosofia dell’Università Babeș-Bolyai, relatore scientifico del volume, seguito dai riassunti degli studi che compongono il volume (pp. 378-380) e dalle presentazioni degli autori degli studi (pp. 381-383).
Come affermano Bokor Zsuzsa (cfr. pp. 6-7) e Ion Cârja (cfr. pp. 9-11), la curatrice e gli autori del volume hanno percorso la storia e il presente della comunità italiana in Romania: il primo studio è un capitolo storico ben delineato sulla comunità italiana in Romania, mentre i seguenti tre studi si riferiscono al presente della comunità italiana dalla prospettiva degli etnologi e degli antropologi che hanno lavorato sul terreno in Oltenia, Banato e Dobrugia; il quinto studio è dedicato al dialetto friulano, uno dei dialetti più parlati dalle comunità italiane arrivate in Romania, e gli ultimi due studi ci presentano non solo il presente degli italiani in Romania, ma anche il futuro di questa comunità nel nostro Paese.
Il volume si apre con lo studio Italienii din spațiul românesc în secolele XIX și XX. Istorie, demografie, societate (‘Gli italiani nello spazio romeno nei secoli XIX e XX. Storia, demografia, società, pp. 13-245) firmato da Alina Dorojan, laureata all’Università di Bucarest e dottoressa di ricerca dell’Università Roma Tre. Usando informazioni inedite dagli archivi romeni e stranieri e una ricca letteratura di specialità, «Alina Dorojan ricostruisce percorsi della migrazione degli italiani verso lo spazio romeno e la loro organizzazione in comunità stabili lungo il XIX secolo e fino alla fine della Prima guerra mondiale, l’evoluzione storica della comunità italiana in Romania nel periodo interbellico e durante il periodo del regime comunista, il percorso demografico di questa comunità nei XIX-XX secoli» (p. 8).
Fra gli italiani che si affermarono come precursori nel nostro Paese, Alina Dorojan ricorda, fra gli altri, Gian Luigi Frollo, fondatore della cattedra di storia delle letterature neolatine, da cui si sono poi separate quelle di francese, italiano e delle altre lingue sorelle, autore altresì del primo lavoro dedicato allo studio della lingua e della letteratura italiana nello spazio romeno, e Luigi Cazzavillan, fondatore della stampa moderna romena.
Per coloro che sono interessati alla storia della Comunità italiana di Craiova, ricordiamo il sottocapitolo II.3.6.1. Comunitatea italienilor din Craiova și satele învecinate (‘La comunità degli italiani di Craiova e dei villaggi confinanti’, pp. 149-153) nello studio di Alina Dorojan.
Lo studio successivo, Comunitatea italiană din Greci (județul Tulcea) (‘La comunità italiana di Greci (distretto di Tulcea)’, pp. 246-265), firmato da Narcisa Știucă, professoressa associata della Facoltà di Lettere dell’Università di Bucarest, offre un panorama suggestivo della comunità italiana del villaggio di Greci. Il lavoro si basa sulle ricerche in loco effettuate dall’autrice fra gli anni 2001 e 2003, occasione in cui ha identificato nella località di Greci un gruppo di italiani che vive inserito nella comunità romena dagli ultimi decenni del secolo XIX.
Gabriel Cătălin Stoian, museografo e dottorando alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bucarest,firma lo studio La povești cu și despre italienii din Țara Hațegului (‘Raccontar storie con e sugli italiani della Terra di Hațeg’, pp. 266-292). Lo studio mette in risalto i risultati delle ricerche sul terreno effettuate dall’autore nel periodo 2008-2011, che hanno avuto come tema l’identità degli italiani della Terra di Hațeg.
Lo studio firmato da Ionela Carmen Banța, professoressa associata della Facoltà di Lettere dell’Università di Craiova, Italienii din Oltenia. Identitate – diferențe – alteritate (‘Gli Italiani d’Oltenia. Identità – differenze – alterità’, pp. 293-311), delinea, partendo da un approccio socio-storico delle minoranze entiche dell’Oltenia, un profilo etnico che contraddistingue la comunità italiana di questa zona.
Lo studio firmato da Elena Pîrvu, professoressa ordinaria della Facoltà di Lettere dell’Università di Craiova, Friulana. Prezentare generală (‘Il friulano. Presentazione generale’, pp. 312-319) è una breve presentazione della lingua friulana. La presenza di questo studio nel volume si deve al fatto che l’80% delle migliaia di italiani che emigrarono in Romania dalla metà del secolo XIX fino alle soglie della Seconda guerra mondiale proviene dal Friuli (cfr. p. 312).
Antonio Ricci, specialista in studi sui flussi migratori internazionali e su quelli dell’Europa Centrale e dell’Est, redattore dell’annuario dell’immigrazione in Italia Dossier Statistico Immigrazione, firma lo studio Minoritatea etnică italiană din România în timp de criză (‘La minoranza etnica italiana della Romania in tempi di crisi’, pp. 320-350), che completa gli «itinerari che sono già stati iniziati per il miglioramento della memoria storica, attraverso la ricostruzione generale del contesto storico e attraverso l’incorporazione della minoranza italiana della Romania e della situazione di questa nel tempo della congiuntura attuale di crisi economica. Lo studio traccia alla fine un’analisi esplorativa dei dati raccolti dal censimento romeno del 2011 facendo perno su una ricca bibliografia storica» (p. 380).
Il volume si chiude con lo studio Italienii – o prezență constantă în țesutul social și economic românesc (‘Gli Italiani – una presenza costante nel tessuto sociale ed economico romeno’, pp. 351-377), firmato da Sabin Drăgulin, professore ordinario alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università «Petre Andrei» di Iași. Questo studio traccia le principali caratteristiche del fenomeno della migrazione degli Italiani di Romania nel periodo postdecabrista.
Notiamo, così come avverte anche Bokor Zsuzsa nell’Introduzione, che il volume În căutarea tărâmului promis. Italienii din România (‘Alla ricerca della terra promessa. Gli Italiani di Romania’) non si è proposto di essere una sintesi esauriente, né di presentare la comunità degli Italiani di Romania come una comunità omogenea, ma «riesce però a dare ai lettori nuove informazioni su “quelli” altri che vivono fra di noi. “Quelli” altri di cui non sappiamo quasi nulla» (p. 7).
Monica Iovănescu
(marzo 2019, anno IX)
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