Sulle ali della poesia. Novità in libreria di Geo Vasile Fra Inferno e Paradiso (Edizioni Akkuaria, Catania, 2012, 163 p.). La poesia, con la sua connaturata carica di spiritualità, abita il polo opposto al materialismo immediatista. Anche se par di venire da un altro mondo, ideale, quindi immateriale e irreale, essa c’è, esiste, come è sempre esistita, come esiste la vita, e quando c’è, vive e sopravvive da sola. E se il mondo crolla, se crolla l’economia, la poesia vive e il poeta ne diventa il testimone insostituibile. Solo se c’è qualcuno che scrive di un cavallo entrato con l’inganno in una città, quell’evento sarà ricordato con tutte le sue passioni. La poesia è memoria di un’epoca. La poesia è fatta di cose, di materia, di corpo dei poeti che la scrivono versando inchiostro (digitale) come sangue. È presenza, non simbolo, presenza senza scampo, del qui e ora. Gli uomini hanno bisogno di poesia ma non sempre è cosa facile da comprendere sul momento. La poesia apparentemente non è mai risolutiva, non ha mai modificato un evento catastrofico o immorale, eppure solo la poesia a distanza di secoli e millenni testimonia quello che è avvenuto, testimonia di una guerra mai finita tra moderni greci e troiani, di eroi e di umiliati, di offese mortali inflitte al nemico e passioni simili a bagliori che ancora brillano.
I poeti compresi in questo florilegio con testi e dati bio-bibliografici, 11 italiani (la maggior parte nati negli anni settanta e ottanta) e un romeno (il sottoscritto) classe quarantadue, che ha tradotto le proprie poesie in italiano, possono comporre un quadro composito e ciononostante esponenziale per la poesia europea contemporanea. Ci sono gli eterni interrogativi esistenziali, gli eterni temi della poesia, cioè amore, morte, natura, solitudine, gioia, pentimento, un via vai fra inferno e paradiso nel senso di tentazioni peccaminose, di schianto, strazio e strappo e al tempo stesso di speranza di redenzione e resurrezione, bellezza e armonia del canto comprese, magari sotto forma di un arcano «sorriso di gioconda». Da Miorizza a Cristian Popescu (Edizioni Akkuaria, Catania, 2011, 243 p.), antologia bilingue di saggi, testi poetici e lirici romeni, ambisce ad essere un repertorio di poesia moderna e post-moderna, cioè ulteriore ai classici romeni, tipo Vasile Alecsandri, George Coşbuc, Octavian Goga, Tudor Argezi ecc. Fra gli innumerevoli poeti rappresentativi della nostra modernità, in questo volume ci siamo occupati della triade George Bacovia (simbolismo), Ion Vinea (il rappresentante più equilibrato dell’avanguardia interbellica) e Gellu Naum (il più longevo surrealista della Romania e dell’Europa), che secondo noi hanno delineato tre direzioni fondamentali di sviluppo della poesia ulteriore agli anni sessanta e che continuano a farlo fino ai nostri tempi. Ciò non toglie i contributi ineccepibili di grandi poeti come Ion Pillat, Lucian Blaga, Ion Barbu.
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